Si chiude con Papa Giovanni XXIII il ciclo che il canale Nove ha dedicato ai Grandi Papi: con il documentario “Giovanni XXIII – Roncalli, Il Papa buono”, in onda oggi 3 gennaio ore 21.25, viene presentata anche la figura di Angelo Roncalli, il Papa da Sotto il Monte, con testimonianze, documenti inediti e grandi discorsi di colui passato alla storia come il “Papa Buono”, ma anche come l’inventore e iniziatore del Concilio Vaticano II, portato a termine poi dal sempre poco considerato (ingiustamente) Papa Paolo VI, di recente divenuto Santo della Chiesa. Dopo la nascita il 25 novembre 1881 da umilissimi origini nella Bergamasca, Angelo Roncalli è stato Visitatore Apostolico della Bulgaria e subito dopo Patriarca di Venezia (nel 1953) dove si segnalava già per diversi gesti di “apertura” rispetto alla modernità, visto inizialmente dalla Chiesa conservatrice come un “timore” poi in realtà del tutto risolto con le opere e le modalità impresse al suo Magistero papale. Dopo la morte di Papa Pio XII, Angelo Roncalli viene eletto Papa il 28 ottobre 1958, con sua grande sorpresa visto che in tarda età rispetto ai suoi diretti predecessori tutti eletti piuttosto “giovani”. Roncalli ha riscattato un’infanzia contadina attraverso studio e impegno e ha viaggiato tantissimo nonostante le due Guerre Mondiali viste da testimone diretto. Per l’Europa, facendo la conoscenza del mondo ortodosso e musulmano, dei salotti parigini e dei poveri ambienti veneziani e in tutta Italia.



PAPA BUONO.. MA NON SOLO

Quando Papa Giovanni XXIII viene nominato Pontefice e successore di Pietro la convinzione generale (anche nel Conclave) è che il suo possa essere un “Pontificato di transizione” data le sue origini modeste e appunto la sua età, 77 anni, che consigliava un periodo di minore impatto per la storia della Chiesa. Niente di più sbagliato, visto che in pur “pochi” anni Papa Roncalli lasciò un segno indelebile nella storia della Cristianità aprendo al mondo molto più di quanto non abbiano fatto i pur ottimi predecessori legati ancora molto alla permanenza interna alle mura del Vaticano. Gesti plateali, uscita dalla Santa Sede (anche “di nascosto”) e una gentilezza e dolcezza assolutamente fuori dal comune: diventa il Papa Buono per tutti, anche se fu molto di più avendo deciso di convocare e aprire il Concilio Vaticano II. I suoi aiutanti stimavano di dover impiegare almeno un decennio per i preparativi, ma Giovanni XXIII progettò di tenerlo nel giro di pochi mesi: il 4 ottobre 1962, contro lo stupore dell’ala conservatrice assai poco convinta dalla fattibilità dell’evento, ad una settimana dall’inizio del concilio, Papa Roncalli si reca in pellegrinaggio a Loreto e Assisi per affidare le sorti dell’imminente Concilio alla Madonna e a San Francesco. Quella sarà di fatto la prima volta dall’Unità d’Italia che un Pontefice varcava i confini del Lazio ripercorrendo i territori che anticamente erano appartenuti allo Stato pontificio. È stato proclamato Santo da Papa Francesco nel 2014 in tempi assai “rapidi” per poterlo celebrare assieme all’altro grande Pontefice canonizzato nello stesso giorno, Giovanni Paolo II: nel dicembre 2002 a Napoli dove una signora «ingerì per errore una bustina di cianuro. Invocando il beato si salvò dall’avvelenamento senza riportare danno ai reni, né alla milza, e guarendo contestualmente dalla cirrosi epatica. Questo miracolo è parte integrante del processo di beatificazione e di canonizzazione», spiegò tempo fa il prefetto della Congregazione per le cause dei santi, Angelo Amato.



IL DISCORSO DELLA LUNA E LA “CAREZZA DEL PAPA”

Un Papa Buono per tutti, come quando la notte di Natale del suo primo 25 dicembre in Vaticano visita i bambini malati ospiti della clinica Bambin Gesù di Roma; o ancora quando il giorno successivo visita i carcerati di Regina Coeli e dice loro «Non potete venire da me, così io vengo da voi. Dunque eccomi qua, sono venuto, m’avete visto; io ho fissato i miei occhi nei vostri, ho messo il cuor mio vicino al vostro cuore. La prima lettera che scriverete a casa deve portare la notizia che il papa è stato da voi e si impegna a pregare per i vostri familiari». Poi ovviamente il discorso scolpito nella storia non solo della Chiesa ma dell’intera umanità, quelle parole pronunciate la notte dell’11 ottobre 1962, a braccio, dalla finestra del Palazzo Apostolico del Vaticano nei giorni di apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II: Roncalli viene chiamato dalla gente a gran voce, inizialmente voleva solo benedire la Piazza e invece si trova a pronunciare quello che passò alla storia come il “discorso della Luna”. La carezza del Papa Buono che dal 1962 arriva fino ai giorni nostri: non un concentrato di “sentimentalismo” come troppo spesso viene derubricato, ma un modo “innovativo” e carismatico di comunicare la fede reale di Cristo alle genti sempre più secolarizzate e dove già purtroppo si intravedevano i germi delle contestazioni, degli Anni di Piombo e anche della “Dittatura del Relativismo” denunciata da Papa Benedetto XVI. Eccovi un estratto del testo ufficiale pronunciato da Papa Giovanni XXII:



«Cari figlioli, sento le vostre voci. La mia è una sola, ma riassume tutte le voci del mondo; e qui di fatto il mondo è rappresentato. Si direbbe che persino la luna si è affrettata stasera… Osservatela in alto, a guardare questo spettacolo… Noi chiudiamo una grande giornata di pace… Sì, di pace: ‘Gloria a Dio, e pace agli uomini di buona volontà’. Se domandassi, se potessi chiedere ora a ciascuno: voi da che parte venite? I figli di Roma, che sono qui specialmente rappresentati, risponderebbero: ah, noi siamo i figli più vicini, e voi siete il nostro vescovo. Ebbene, figlioli di Roma, voi sentite veramente di rappresentare la ‘Roma caput mundi’, la capitale del mondo, così come per disegno della Provvidenza è stata chiamata ad essere attraverso i secoli. La mia persona conta niente: è un fratello che parla a voi, un fratello divenuto padre per volontà di Nostro Signore… Continuiamo dunque a volerci bene, a volerci bene così; guardandoci così nell’incontro: cogliere quello che ci unisce, lasciar da parte, se c’è, qualche cosa che ci può tenere un po’ in difficoltà… Tornando a casa, troverete i bambini. Date loro una carezza e dite: “Questa è la carezza del Papa”. Troverete forse qualche lacrima da asciugare. Abbiate per chi soffre una parola di conforto. Sappiano gli afflitti che il Papa è con i suoi figli specie nelle ore della mestizia e dell’amarezza… E poi tutti insieme ci animiamo: cantando, sospirando, piangendo, ma sempre pieni di fiducia nel Cristo che ci aiuta e che ci ascolta, continuiamo a riprendere il nostro cammino. Addio, figlioli. Alla benedizione aggiungo l’augurio della buona notte».