“Faccio dischi perché è importante per me stessa prima di ogni altra cosa”. Così dice Rita De Cillis, autrice già di diversi cd, e di partecipazioni ad eventi significativi  come ad esempio esibirsi in Vaticano. O ricevere una lettera di ringraziamenti personale da parte del papa emerito Benedetto XVI, al quale aveva inviato uno dei suoi dischi. Un suo brano, poi, What is that really really matters compare in un cortometraggio del regista newyorchese Leo Fiorica, I lost my phone. Una tendenza, quella di auto prodursi, che  è sempre più in voga nel mondo della musica, ormai ridotto a talent show di scarsa qualità, macchina sforna star preconfezionate secondo il gusto dell’audience televisiva e poi spazzate via per far posto alla nuova stellina di turno. Di cantautori di valore invece ce ne sono tanti in giro, anche se emarginati lontano dal mondo della musica. Una esigenza, quella di esprimersi, grazie a Dio, insopprimibile.

Seppur soffra delle pecche inevitabili della mancanza di una produzione professionale, soprattutto la discontinuità dell’alternanza di brani cantati in inglese a quelli italiano, il disco di Rita De Cillis ha diversi spunti per ringraziare l’autrice a non aver rinunciato ad esprimersi. La De Cillis ha dalla sua una voce di bellezza cristallina, ricca di sfumature ma soprattutto di passionalità e dolce capacità di coinvolgere l’ascoltatore. Per rendersi conto di ciò basta l’ultimo brano del disco e anche unica cover, Women Be Wise, che vede la partecipazione al basso del musicista americano Paul Nowinski (con cui si è anche esibita al Samovar, un locale di Broadway): uno slow blues eseguito con notevole drammaticità e intensità emotiva.

I brani a sua firma presentano invece una eleganza e un sentimento purissimi. E’ il caso del brano che apre il cd, Show me the way un pop di alta classe che non avrebbe sfigurato interpretato dalla Whitney Houston più sentimentale. O della bellissima Il sorriso di Dio, una intensa ballata dai profumi gospel in cui la voce tocca picchi emotivamente spettacolari. Così anche Sempre con noi, che ricorda la migliore Mia Martini, dedicata alla prima moglie, scomparsa, del marito, dove Rita affronta un tema delicato con coraggio e sincerità.

Il disco ha poi una particolarità che lo rende ancor più affascinante. Ogni canzone, spiega l’autrice, nasce da una storia letta sui giornali o sentita in tv e ogni canzone ha dunque una dedica particolare, che parte dalla capacità di sapersi coinvolgere e toccare dalla realtà.  E’ il caso di Si muore per amore, ispirata da Paola Clemente, la bracciante pugliese morta sotto il sole cocente tre anni fa mentre raccoglieva pomodori per pochi euro, una delle tante vittime dello sfruttamento nel mondo del lavoro. Last night I had a dream, invece, il brano più rock della raccolta gode di un assolo finale di chitarra di devastante potenza a cura dell’ottimo Filippo Battipaglia, La già citata Show me the way è la storia di una amicizia con un ragazzo cinese del carcere minorile Beccaria, dove Rita ha insegnato inglese per un certo periodo ai giovani incarcerati: “In un posto come il Beccaria, non puoi barare. Puoi solo essere te stessa. Ho quindi deciso di giocare la carta più preziosa: una mia canzone. ‘Scrivo in inglese’ mi sono detta‘ perché non proporre una mia canzone per comunicare con loro?’ Rju era di una città della Cina dove si studiavano le lingue straniere e conosceva bene l’inglese. Quando ha ascoltato la canzone ‘Show me the way’ (mostrami la strada) ha subito inteso il significato. Non dimenticherò mai le sue parole:’ Also my way? Also my way?’ mi disse,‘ anche la mia strada?’”.

Disponibile  poi come iBook un bel libretto con i testi delle canzoni, i commenti a ogni brano e afascinanti illustrazioni, che insieme al cd dà vita a una sorta di progetto multimediale, completo e raffinato. Un disco da non perdere di vista, disponibile su www.ritadecillis.it. (Gli accompagnatori, oltre ai due citati, sono Francesco Sbano pianoforte e tastiere; Alessio Pacifico batteria; Lele Garro, chitarra e basso).