E dunque alla fine, dopo mesi di discussioni e possibili passi avanti verso uno dei punti contenuti nel Contratto di Governo, tutto sembra ormai da rifare: sul tema delle chiusure domenicali (il disegno di legge M5s-Lega sulla chiusura dei negozi la domenica per determinate categorie commerciali, ndr) il relatore leghista Andrea Dara ha annunciato di stoppare tutto visto che il testo è sostanzialmente troppo cambiato rispetto alle prime discussioni. Il Governo Conte non ha mai nascosto di voler cancellare la legge sulla liberalizzazione voluta da Mario Monti, volendo invece regolamentare le aperture domenicali di negozi e centri commerciali ma ora si dovrà ricominciare da capo: «Ho fatto una sintesi delle proposte, ben sette, arrivate da tutte le forze politiche, il testo che ho presentato non è passibile di modifiche, e penso che Pd e Fi, forze a cui non piace la proposta di legge, chiederanno nuove audizioni delle categorie interessate. In ogni caso noi andiamo avanti, aperti a qualsiasi proposta migliorativa, da qualsiasi parte arrivi», ha spiegato Dara all’Adnkronos.



NUOVO SCONTRO IN VISTA TRA LEGA E M5S?

Oggi Il Messaggero aveva lanciato uno scoop (per ora non smentito da nessuna delle due parti interessate) sul presunto incontro in Vaticano tra il Ministro del Lavoro Luigi Di Maio e il Segretario di Stato, il Cardinal Parolin proprio per discutere sul disegno di legge delle chiusure domenicali (tema storicamente caro agli ambienti ecclesiastici). «Sappiamo che il mondo cattolico ha sempre sollecitato regolamentazione delle aperture domenicali, anche in passato ci sono state diverse uscite da parte di esponenti del clero, io non mi pongo il problema, Di Maio, inoltre è ministro del lavoro, può dialogare con chi vuole», commenta ancora Andrea Dara non volendo creare un ulteriore scontro con i Cinque Stelle, nonostante all’orizzonte il problema anche sul tema delle chiusure domenicali potrebbe scorgersi lo stesso. «Da parte del governo non c’è nessuna marcia indietro» prova a precisare Dara che sottolinea come le opposizioni «sarebbero rimaste spiazzate perché abbiamo inserito una deroga per i centri storici e i negozi di vicinato, che resteranno aperti come oggi, per questo hanno chiesto le audizioni». Per la presidente in quota Lega della Commissione Autorità Produttive, Barbara Saltamartini, che lavora da tempo al provvedimento la conferma sul rinvio è fissata: «L’obiettivo è arrivare a una soluzione di buonsenso, però vorrei vedere dei dati realistici. Sulla perdita dei posti di lavoro, per esempio, ho visto conti che non tornano. L’altro problema è il commercio online. Noi avevamo già chiesto, mesi fa, che le associazioni ci facessero delle richieste. Non sono arrivate. Riproponiamo la domanda».

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