«Posso confermare che la lettera della famiglia di Emanuela Orlandi è stata ricevuta dal cardinale Pietro Parolin e che verranno ora studiate le richieste rivolte nella lettera»: lo ha fatto sapere questo pomeriggio il direttore della Sala Stampa Vaticana Alessandro Gisotti dopo l’ennesima riapertura del caso Orlandi pubblicata oggi sul Corriere della Sera. L’avvocato della famiglia di Emanuela tramite il Cardinal Parolin intende ottenere quella richiesta di riaprire la tomba nel cimitero teutonico di Roma custodito proprio all’interno delle Mura vaticane: «Alcune fonti – si legge ancora nell’istanza depositata dall’avvocato Sgrò il 25 febbraio scorso – riferiscono che più persone da anni sono solite deporre i fiori in segno di pietà nei confronti dell’Orlandi che lì sarebbe seppellita». A questo punto, per fugare ogni dubbio, la famiglia della ragazza sparita nel nulla dal 1983 chiede una ricerca approfondita «negli archivi di ogni documento relativo a tale loculo per individuare chi vi risulti essere stato sepolto. In ogni caso si chiede l’apertura della tomba alla presenza della sottoscritta di un rappresentante della famiglia Orlandi e del nostro consulente tecnico, il dottor Giorgio Portera, affinché possa partecipare alle operazioni con tutte le garanzie necessarie vista la gravità del caso». (agg. di Niccolò Magnani)



FAMIGLIA EMANUELA ORLANDI “RIAPRE” IL CASO

Che c’entra la tomba della principessa Sofia e del principe Gustavo von Hohenlohe, risalente al XIX secolo con Emanuela Orlandi, la ragazza scomparsa nel 1983 al centro di un mistero mai risolto? Una lastra funeraria nel cimitero Santo Teutonico di Roma, che esaminandola si è scoperto che è stata aperta almeno una volta, con una statua di un angelo appoggiata al muro del cimitero che tiene in mano la scritta “Requiescat in pace”, riposi in pace. Chi? La statua si è scoperto essere molto più recente della tomba. Secondo fonti non verificate, ci sono persone che da tempo portano fiori su quella tomba, convinti che essa contenga i resti di Emanuela Orlandi. E’ solo l’ultimo mistero di una storia che appare sempre più evidente non avrà mai soluzione, e che proprio di misteri si nutre. La famiglia Orlandi ha adesso fatto richiesta ufficiale al vaticano che si apra la lastra funeraria e si verifichi cosa contenga veramente, dopo aver ricevuto una lettera l’estate scorsa che dice “cercate dove indica l’angelo”.



IL CIMITERO TEDESCO DI ROMA

La richiesta è stata fatta alla Segreteria di stato, al cardinale Parolin: “Per fugare ogni dubbio sul contenuto, si ritiene opportuno una ricerca negli archivi di ogni documento relativo a tale loculo per individuare chi vi risulti essere stato sepolto. In ogni caso si chiede l’apertura della tomba alla presenza della sottoscritta di un rappresentante della famiglia Orlandi e del nostro consulente tecnico, il dottor Giorgio Portera, affinché possa partecipare alle operazioni con tutte le garanzie necessarie vista la gravità del caso”. Il cimitero, dal nome stesso, è una fondazione tedesca dove per statuto possono essere sepolti “i membri della Arciconfraternita, i membri di molte case religiose di origine tedesca e dei due collegi tedeschi Anima e Germanico che si trovano a Roma”. Dovranno dunque essere sentite anche le autorità tedesche. Potrebbe essere un ennesimo buco nell’acqua, dopo le ossa ritrovate in un palazzo della Santa Sede e la tomba che conteneva i resti del capo mafia romano legato nelle indagini su Emanuela Orlandi.

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