«Cercate dove guarda l’angelo»: una lettera riapre il caso di Emanuela Orlandi. La giovane, scomparsa a Roma nel 1983, si troverebbe in una tomba dei Von Hohenlohe, situato all’interno della cinta muraria vaticana, nel cimitero dove riposano i tedeschi. La famiglia Orlandi ha chiesto di riaprire il loculo sospetto, con l’avvocato Laura Sgrò che ha presentato un’istanza in Vaticano. Il loculo sarebbe stato aperto negli anni almeno una volta e alcune persone sarebbero già a conoscenza dei resti di emanuela in quel posto. L’ennesimo depistaggio di uno sciacallo o finalmente la verità? Intervenuto a La vita in diretta, il fratello di Emanuela ha commentato: «Noi abbiamo preso in considerazione sempre tutte le ipotesi, ci rimarrebbe il dubbio. Noi siamo arrivati a fare un’istanza, non ci basiamo solo su una lettera anonima, che è la conferma di altre indiscrezioni di fonti interne».



“CONFERME DA FONTI VATICANO”

Prosegue il fratello di Emanuela Orlandi: «Alcune persone all’interno del Vaticano dicevano questa cosa, lo abbiamo saputo nell’ultimo anno». Presente in studio anche l’avvocato Sgrò: «Segnalazioni anonime ne arrivano tante, questa è stata confermata da fonti interne: c’è leggenda che Emanuela sia sepolta in questa tomba. Se persone interne al Vaticano confermano di aver sentito la stessa cosa, considerando che si tratta di una tomba del 1880 e nessun parente va a mettere lumini, c’è un riscontro: vale la pena andare a verificare». Conclude Pietro Orlandi: «Io non riesco a immaginare che sia accaduto 36 anni fa, il tempo non è più lineare per chi vive situazioni simili: passato e presente si mischiano. La mia famiglia mi ha aiutato tantissimo, mia moglie e i miei figli sono riusciti a darmi un equilibrio».

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