La diffusione del Coronavirus in Italia ha cambiato la partecipazione dei fedeli alla vita religiosa. Alcune chiese sono state chiuse, altre sono rimaste aperte ma senza fedeli per le Messe feriali. La Conferenza Episcopale Lombarda, che si è riunita oggi a Caravaggio, ha deciso di continuare a celebrare le Sante Messe feriali senza la partecipazione dei fedeli fino a sabato 7 marzo. I vescovi di Milano, Bergamo, Mantova, Como, Vigevano, Crema, Lodi, Cremona, Pavia e Brescia hanno quindi diffuso una nota congiunta in cui precisano che si riservano di dare altre indicazioni entro venerdì 6 marzo, alla luce di ulteriori sviluppi e delle decisioni delle istituzioni. Nel decreto del governo che è stato approvato ieri si legge al punto D dell’articolo 2: “L’apertura dei luoghi di culto è condizionata all’adozione di misure organizzative tali da evitare assembramenti di persone, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi, e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza tra loro di almeno un metro”.



CHIESE E CORONAVIRUS, A LODI PRETE BENEDICE DALL’AEREO

In un momento così delicato, dettato dall’emergenza Coronavirus, si distinguono iniziative particolari come quella di don Gianni Regolani, definito già il “sacerdote volante”. Il parroco di Polesine Zibello, nel Parmense, come riportato dal quotidiano Il Giorno, è salito su un ultraleggero nei cieli del Lodigiano per benedire i paesi colpiti dal Coronavirus. Dopo aver sentito il messaggio vocale su WhatsApp di un parroco che annunciava di aver celebrato la messa a porte chiuse, gli ha telefonato per dirgli: «Guardi, è bello che la gente alzi gli occhi verso il cielo. Alle tre e mezzo del pomeriggio vedrete un aereo bianco. Se volete, potete farvi segno della croce perché in quel momento scenderà su di voi la benedizione». Per don Regolani quel volo ha un significato molto particolare. «È stato un modo, se vogliamo originale, per avvicinarmi a tutta la gente del posto, essere vicino a loro, vedendo le strade vuote, le case, le chiese. Tutto quello che potevo fare e donare era la benedizione».

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