Con una modalità insolita, il grande storico e saggista Franco Cardini sul “Mattino” risponde alla questione delle “chiese vuote” in periodo Covid-19 dando una lettura al solito non banale e sulla quale occorrerebbe soffermarsi ben più di un semplice articolo di giornale.
«Chiese vuote? Non è solo colpa del Covid»: ci si aspetta un trattato storico a quel punto, con testi, dati, interventi. Bene, Cardini stupisce però e riporta quasi per intero un racconto/fiaba di Basile su Gesù e gli apostoli. Cosa c’entra direte voi? Presto che detto: «Nostro Signor Gesù Cristo, dopo la Resurrezione, ascende al cielo: ma lascia gli apostoli sulla terra e affida in particolare i familiari e gli amici più cari a Pietro, riservandosi di tornare di quando in quando sulla terra e, non visto, seguire le loro vicende tramite il principe degli apostoli». Di fatto la storia racconta del Cristo che ciclicamente torna sula Terra per vedere come va, con un sostanziale canovaccio: se le cose vanno male (carestie, fame, disgrazie, povertà, raccolti perduti) sono tutti dediti al Signore pregando e chiedendo il miracolo; se invece le cose vanno bene per l’intervento di Gesù, allora succede che nessuno o quasi se lo ricorda, in completa indifferenza.
IL MONITO DI CARDINI: “PENSARE MENO AL COVID…”
Ecco, la situazione della fiaba viene infine “paragonata” alla situazione odierna di una fede con pochi proseliti e vocazioni: «È questo che i nostri prelati di Santa Madre Chiesa, nei loro dotti congressi, dovrebbero aver meglio presente allorché lamentano che le chiese sono vuote e sanno bene che ciò non avviene solo per la paura del contagio. Anzi, qualcuno di loro avrebbe al contrario sperato in un ritorno alla fede dinanzi alla prova, e sembra che lo stesso Santo Padre ci contasse. Ma non è andata così». Secondo lo storico Cardini, il quasi mezzo millennio di progressiva crescita dell’Occidente fino a dominare a livello mondiale è stato anche l’epoca del progresso di ateismo e scristianizzazione: «L’epidemia del primo XXI secolo avrebbe potuto essere occasione per una resurrezione dello spirito religioso o quanto meno per un superamento di quella che papa Francesco chiama “la cultura dell’indifferenza”: provare certe sofferenze che si solito si leggono o si vedono come capitate ad altri sulla propria pelle provoca talora risposte caratterizzate da resipiscenza e comprensione». La chiosa sull’editoriale del “Mattino” è amareggiata per Cardini, nel prendere atto che quantomeno ad oggi la poca presenza nelle chiese è sintomo di “semi-benessere” generale, ma il problema resta: «grosse nubi si addensano sul futuro ambientale ed ecologico del pianeta. Come nella fiaba che abbiamo richiamato, Dio potrebbe aumentare la dose. Non lo ha ancora fatto, ma non ha fretta: è Lui il Padrone del Tempo».