CHILAVERT SI CANDIDA ALLA PRESIDENZA DEL PARAGUAY
José Luis Chilavert si è ufficialmente candidato alla presidenza del Paraguay: decisione resa ufficiale dopo che già in estate aveva espresso questa volontà. Non sarebbe il primo ex calciatore a ricoprire un incarico di rilevanza in politica: basti pensare a George Weah che da tre anni è presidente della Liberia, ma uno come Romario che ha anche vinto un Mondiale (e non solo) è senatore dello stato di Rio de Janeiro. La notizia della candidatura di Chilavert però è di quelle forti: un po’ per il personaggio, che è sempre stato istrionico ma anche bizzoso (Faustino Asprilla racconta che dopo una partita tra il Paraguay e la Colombia fu convocato da Pablo Escobar che gli chiese il permesso di giustiziarlo, con l’attaccante non dando il consenso) e che è rimasto famoso nell’immaginario collettivo per tirare rigori e punizioni, con i quali ha segnato 62 gol in carriera; un po’ perché su Twitter ha detto di avere un vantaggio sui “politici tradizionali” e che, secondo la stampa, ha già lanciato la battaglia a corruzione e saccheggio del popolo. La campagna presidenziale, ricordiamo, è quella per il mandato 2023-2028.
CHILAVERT PRESIDENTE DEL PARAGUAY?
Un sito locale ha emesso un sondaggio secondo cui Chilavert avrebbe il 50% della popolazione dalla sua parte: diventando presidente del Paraguay succederebbe a Mario Abdo Benitez, che forse per l’ex portiere incarna quelle tradizioni da spazzare via visto che è il figlio del segretario di Alfredo Stroessner, in carica per 35 anni nel periodo della dittatura militare. Dicevamo del carattere non sempre accomodante: infatti, su di lui c’è un’accusa di calunnia verso la Conmebol per critiche andate eventualmente oltre il consentito. Se anche essere un eroe sportivo a livello nazionale non assicura automaticamente la vittoria, da quel punto di vista Chilavert non parte certo da zero: per tre volte è stato votato miglior portiere al mondo, ha partecipato ai Mondiali, è stato un simbolo del suo Paraguay e, oltre ai gol, effettuava anche parate degne di nota. Lo ricordiamo soprattutto nel Velez Sarsfield, che incantò negli anni Novanta: con la squadra argentina vinse la Copa Libertadores per poi mettere le mani sull’Intercontinentale, strappata al Milan in quella che all’epoca era una finale unica a Tokyo. Da quelle parti lo venerano ancora, in patria anche: chissà, magari potrebbe davvero farcela a diventare presidente del suo Paese.