È un problema noto ormai da tempo – tanto che al tema è dedicata anche un’apposita pagina su Wikipedia – ma fino ad ora nessuno studio si era spinto fino al punto di coinvolgere 90 milioni di persone per definire se la chirurgia trans, e più in generale la disforia di genere, sia associata ad un maggiore rischio di suicidio. La risposta confermerebbe il trend già noto ed è frutto di un ampissimo lavoro condotto dall’Università del Texas grazie a fondi messi a disposizione dal National Institutes of Health e pubblicato in questi gironi sulla rivista online PubMed. Il risultato, appunto, è chiaro e sottolinea che “la chirurgia per l’affermazione di genere” a cui si sottopongono le persone trans “è associata a un rischio significativamente più elevato di suicidio, morte, autolesionismo e disturbo da stress post-traumatico”. 



Facendo un passo indietro, dicevamo che lo studio ha coinvolto circa 90 milioni di pazienti americani, pescati dai database TriNetX che si riferiscono a tutti le persone curate in 56 differenti aziende sanitarie americane. In particolare – con riferimento alla propensione al suicidio – sono stati presi in esame tutti i trans tra i 18 e i 60 anni che (coorte A) si sono sottoposti a interventi chirurgici per l’affermazione di genere; che (coorte B) hanno scelto di non optare per la strada chirurgica; e che (coorte C) hanno optato per la chiusura delle tube di falloppio o la vasectomia.



Lo studio: “Dopo la chirurgia trans aumenta di 12 volte il rischio di suicidio”

I risultati – come vi anticipavamo – non sorprendono e dimostrano che nelle due coorti in cui i pazienti trans hanno subito interventi chirurgici aumenta anche significativamente il rischio di sudicio: nel caso degli interventi ‘affermativi’ (mastectomia, ricostruzione dei genitali e inserimento di protesi mammarie, ma anche estetici) il rischio è di 12,12 volte superiore rispetto alle persone cella coorte B che hanno evitato la chirurgia preferendo affermare la loro identità trans senza interventi; mentre nel caso della chiusura delle tube e della vasectomia, il rischio è di 5,03 volte superiore.



La conclusione dei ricercatori è chiara: visto che “il suicidio è una delle cause di morte più comuni tra gli adolescenti e gli individui di mezza età” è importante intervenire per prevenirlo il più possibile anche attraverso “la necessità di un’assistenza psichiatrica completa negli anni che seguono la chirurgia” per le persone trans.