Se un negozio è rimasto chiuso a causa del lockdown, può legittimamente chiedere di non pagare l’affitto per quanto riguarda i mesi della chiusura. Crea un precedente importante la sentenza del tribunale civile di Venezia, che ha stabilito come “l’esercizio commerciale rimasto con la saracinesca abbassata a causa del lockdown, imposto dalle misure governative per contenere il virus, non è tenuto a pagare il canone per i mesi di chiusura“. La chiusura forzata può essere considerata causa di forza maggiore sia per il commerciante che è costretto a chiudere i battenti, ma anche per il proprietario del negozio che deve conseguentemente adeguarsi a quella che è una realtà non dovuta a una negligenza di chi aveva sottoscritto il contratto di locazione. Sarà interessante valutare ora se questo tipo di sentenza potrà essere preso d’esempio anche per altri esercenti che si sono trovati nelle medesime situazioni di difficoltà in tutta Italia.



LA SENTENZA DEL TRIBUNALE DI VENEZIA

A riportare i dettagli del caso è stato il quotidiano veneto “Il Gazzettino“, che ha spiegato come a presentare il ricorso al tribunale civile sia stato un importante negozio di abbigliamento, rappresentato dall’avvocatessa Daniela Ajese. Il negozio è sito all’interno del centro commerciale Nave de Vero di Marghera (della società Blo srl di Milano) che aveva preteso anche durante il lockdown, nei mesi di febbraio, marzo e aprile, in canone d’affitto per una cifra complessiva pari a circa 50mila euro. Il tribunale civile di Venezia ha accolto il ricorso presentato dal negozio di abbigliamento e la giudice Tania Vettore, come riporta il Gazzettino, ha ordinato a Blo srl di “non incassare alcun pagamento» dalla banca che ha emesso le fidejussioni a garanzia del versamento del canone di locazione“. Il tribunale ha dunque ordinato di “sospendere o non procedere al pagamento dei 50mila euro chiesti dal gestore del centro commerciale per l’affitto del locale dell’attività economica.

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