Padre Christian Carlassare è vivo e questa è la notizia più bella: il neo-vescovo vicario della Diocesi di Rumbek, uno dei luoghi più poveri di tutto il Sud Sudan, è stato vittima di un agguato la notte scorsa con colpi di arma da fuoco diretti alle gambe che hanno fatto pensare al peggio ai primi soccorritori. Il missionario comboniano è stato portato immediatamente all’ospedale di Juba, riporta l’Agenzia Fides, dove per fortuna è stato curato in tempo e al momento non è in pericolo di vita: sottolineando il clima di fortissima violenza e tribalismo locale della regione tra le più povere del mondo, una fonte locale a Fides conferma «P. Cristian è stato picchiato, insieme alla suora che era con lui, poi gli hanno sparato 4 proiettili alle gambe. Stando alle prime notizie l’attentato era pianificato pare per spaventarlo in modo che non venga consacrato Vescovo». Stando a quanto riferisce l’agenzia Nigrizia, poco dopo la mezzanotte scorsa due uomini armati con dei kalashnikoff «hanno fatto irruzione nell’abitazione del vescovo e lo hanno malmenato, aggredendo anche a una suora che si trovava nella casa. Prima di andarsene i due aggressori hanno sparato quattro colpi alle gambe di Padre Carlassare».
Parlando al telefono con il responsabile dei Comboniani in Italia, Padre Christian ha commentato «Pregate non tanto per me ma per la gente di Rumbek che soffre più di me». Intento chiaro quello dell’intimidazione per chi dovrà ora occupare il difficile ruolo di vescovo a Rumbek: «Gli aggressori sono andati dritti alla porta del vescovo eletto e hanno cominciato colpirla finché questa non si è aperta, lo hanno raggiunto, gli hanno ordinato di mettersi seduto e gli hanno sparato nelle gambe», ha spiegato William Kocji Kerjok, Ministro dell’Informazione del Sud Sudan, raggiunto dal giornale Juba Echo. La polizia ha già arrestato 24 persone all’interno del personale della chiesa sospettando di un movimento “antagonista” alla stessa presenza dei sacerdoti stranieri: le indagini sono però solo all’inizio e ancora va scoperto chi e perché ha ordinato l’agguato.
GAMBIZZATO IL MISSIONARIO APPENA NOMINATO DAL PAPA
Il 24 maggio prossimo Padre Caldassare sarebbe stato consacrato ufficialmente nuovo vescovo della Diocesi di Rumbek, rimasta vacante dal 2011 dopo la morte di Monsignor Cesare Mazzolari: nominato direttamente da Papa Francesco, il vescovo “gambizzato” nell’assurdo agguato della scorsa notte era arrivato solo il 16 aprile scorso in Sud Sudan con una breve cerimonia di accoglienza in attesa della Santa Messa di consacrazione delle prossime settimane. Stando ancora all’Agenzia cattolica, il Vescovo ferito sarà trasferito prima a Juba e da lì a Nairobi per una periodo di cura e convalescenza in strutture ospedaliere idonee e attrezzate. Christian Caldassare a 43 anni è attualmente il vescovo più giovane nominato dalla Chiesa e solo qualche settimana fa ad Avvenire raccontava «Sento una grande responsabilità ma la gente meritava il mio sì. Dovrò riuscire a far capire quanto tengo a loro, anche se le mie origini sono straniere. Inoltre, dovrò spiegare che non è la mia Chiesa, ma la loro. E con “loro” intendo tutti. A Rumbek, la maggioranza della popolazione è di etnia dinka, poi c’è una minoranza nuer, e poi ci sono vari clan. È importante ribadire la dignità di ogni persona perché la tendenza è alla discriminazione delle minoranze». Il vescovo più giovane nello Stato più giovane al mondo (nato nel 2011, ndr) questo tremendo agguato risuona come un avvertimento delle tribù locali contro la presenza pacifica della Chiesa: «Per noi sarà fondamentale mettere al centro Cristo e favorire l’esperienza di Cristo. Si può avere tanta gente in chiesa ma percepire una limitata esperienza della presenza di Gesù», ribadiva il vescovo “gambizzato” a Fides nell’intervista dello scorso 25 marzo. Incredibile e triste coincidenza, Padre Caldassare è originario di Schio (provincia di Vicenza), la stessa provenienza della missionaria laica Nadia De Munari morta ieri in Perù dopo un agguato a colpi di machete che l’ha sorpresa nella sua casa dell’organizzazione benefica “Operazione Mato Grosso”.