Ben presto la nuovissima diocesi di Bentiu in Sud Sudan – eretta propria nella giornata di oggi per volere di papa Francesco – sarà guidata da una figura di spicco nel territorio sudanese: il Pontefice ha scelto il nome di Christian Carlassare, tra i più giovani Vescovi al mondo e già alla guida dalla diocesi Cattedrale di Rumbek dal 2022; ma anche vittima – l’anno precedente – di un violentissimo agguato che ad oggi non ha alcun responsabile consegnato alla legge e neppure una reale spiegazione. Ciò che importa – poi a breve torneremo anche all’agguato – è che a partire da oggi Christian Carlassare potrà iniziare i lavori a Bantiu, lasciandosi alle spalle un territorio che, oltre ad avergli lasciato tanto, l’ha anche quasi ridotto in fin di vita.
Ma chi è il Vescovo di Rumbek? Una risposta arriva dalla breve biografia pubblicata da Avvenire, che ricorda come il comboniano – originario del Veneto – sia nato nel 1977 interessandosi alla vocazione già dopo la Maturità. Dopo aver frequentato un seminario di missionari Comboniani a Thien, Christian Carlassare è tornato in Italia laureandosi in teologia alla Pontificia Università Gregoariana e – poi – anche in missiologia ad Urbino per poi dedicarsi dal 2005 alla missione in Sud Sudan. Qui è stato parroco, poi vice provinciale dei Comboniani e tra il 2020 e il 2021 anche vicario generale a Malakal; almeno fino alla notte del 25 aprile del 2021, a poco meno di un mese di distanza dalla sua consacrazione a Vescovo.
L’agguato a Christian Carlassare e la condanna del prete cattolico: cosa è successo
Quella notte – ricorda ancora Avvenire – Christian Carlassare fu raggiunto nella sua abitazione un gruppetto di persone (parrebbe almeno 2) che dopo averlo minacciato hanno esploso diversi colpi di kalashnikov all’altezza delle sua gambe, lasciandolo gravemente ferito ma – fortunatamente – ancora in vita. “Quella notte – raccontò lo stesso Vescovo all’Agenzia Fides – entrate due persone e ci hanno messi contro il muro (..) hanno abbassato le pistole e hanno sparato una dozzina di colpi” che in parte attinsero alle sue gambe; ma da quella terribile esperienza – che Christian Carlassare racconta come “una grande umiliazione” e “un attacco incomprensibile” – ha imparato “ad essere umile. Mi ha costretto ad essere solidale con tante vittime innocenti, con lo stesso popolo che (..) è stato messo in ginocchio”.
Fu proprio il grido di aiuto della sua martoriata comunità a convincerlo a rialzarsi, affrontando una lunga e complicata riabilitazione che dopo poco meno di un anno – era esattamente il 25 marzo 2022 – gli ha permesso di completare quel percorso (già avviato e messo in pausa) che l’ha portato all’ordinazione di Vescovo di Rumbek. Nel frattempo, per l’agguato a Christian Carlassare è stato arrestato un prete cattolico – padre John Mathiang della diocesi di Rumbek – assieme ad altri tre laici: inizialmente condannati a sette anni di reclusioni, sono stati poi assolti l’anno scorso dalla Corte suprema che ritiene le prove a loro carico non sufficienti per dimostrarne “senza ombra di dubbio” la colpevolezza.