Christian De Sica: “Mia moglie mi dà cento euro a settimana”
Christian De Sica si racconta a FanPage, partendo dal patrimonio: “Io c’ho la paghetta. Mia moglie mi dà cento euro a settimana e me la devo fare bastare. Poi, io compro le stronzate. Una volta dovevo comprare dei bicchieri e sono tornato con delle uova di ceramica. Disse: “E mò come beviamo?”. E ma erano belle e sò dovuto scendere a comprare i bicchieri”. A inizio carriera, Maurizio Costanzo gli diede un consiglio: “Mi disse: ‘Tu c’hai proprio la faccia da stron*o e quindi devi fare lo stron*o, tant’è che la gente dirà: “Ma chi è sto stron*o?’. E devo dire che è andata bene”.
Non fu però l’unico: “Una volta Alberto Sordi mi disse: “Bacia e abbraccia tutti, ma che t’è mporta?”. Te ne devi fregare. Sapessi quante cose hanno detto e dicono. Fa parte del gioco. Comunque ci pagano per giocare, come diceva Mastroianni”. Di tormentoni, nella carriera di Christian De Sica, ce ne sono stati tanti: “Lo fa nascere il pubblico. Io neanche mi rendo conto. Quando ho detto “delicatissimo”, mi faceva ridere che questo burino diceva che il risotto era ‘delicato’. È il pubblico che lo fa diventare un tormentone, ma quando lo fai non è che dici ‘adesso voglio fare il tormentone’. Parli e dici ‘ste frescacce che funzionano, o no”.
Christian De Sica: “La villa a Capri non si vende”
Tra le notizie più ricorrenti su Christian De Sica c’è quella della villa a Capri che non si vede. Lui conferma e spiega a FanPage: “Adesso m’ha detto mia moglie che forse c’è uno che se la piglia. Sono 50 anni che vado a Capri. Gli americani dicono a 40 devi comprare e a 60 devi vendere. Io ho superato i 60, quindi dovrei vendere. Queste cose sono bellissime ma sono tutte rotture di scatole. Poi neanche ci vado perché facendo questo mestiere – ho fatto due film, parto con una serie – l’attore è un mestiere da zingaro. Quando lavoravo andavo spesso lì, poi ho tanti amici a Napoli, questo è vero, e un po’ mi manca”.
Non solo ruoli comici nella carriera di De Sica: con “Il figlio più piccolo” ha dimostrato di essere bravo anche in un film drammatico. “Con quel film ho vinto un sacco di premi che in tutta una carriera non ho vinto. Come ho fatto quel film ho vinto il David di Donatello, il Nastro d’Argento, il premio come miglior attore protagonista. È sempre stato così, purtroppo la comicità non ripaga e l’intellighenzia non te la perdona, soprattutto se hai molto successo col pubblico. Purtroppo io mi porto questo problema di aver avuto grande successo con dei film nazionalpopolari. Allora si dice: “Ma mò che voi fà, l’artista? Ma chi te lo fa fà”. Purtroppo è lo scotto che uno paga, come se tu fai i film dei cowboy dove ti fanno salire e scendere dai cavalli per tutta la vita”, spiega l’attore.