Il primissimo ospite della diretta odierna della prima puntata di Bella Festa – in onda in questo momento su Rai 2 con Pierluigi Diaco – è Christian De Sica che si è lanciato in una breve intervista parlando della suo Natale, ma anche della sua intimità, del lavoro, del suo privato e del passato vissuto in famiglia con suo padre,  il grande Vittorio – suo padre; partendo da un simpatico ricordo legato al periodo in cui lo stesso Christian De Sica venne scritturato per il cinepanettone ‘Vacanze di Natale‘ che l’ha consegnato agli annali del cinema italiano.



“Prima di Vacanze di Natale – racconta Christian De Sica – io lavoravo poco”, ricordando in particolare che prima di quella pellicola “mi hanno scritturato per un film in Francia dove mi pagarono con una cena” per poi dire che fu proprio quel film “a cambiarmi la vita“; mentre ragionando sull’importanza dei cinepanettoni per il cinema italiano spiega che “secondo me quei film, ovviamente non tutti perché alcuni non erano bellissimi, regalavamo quei 10 minuti di comicità che erano fantastici” ed in particolare ‘Vancanze di Natale’ a suo avviso “raccontò meglio gli anni ’80 di moltissimi film d’autore che uscirono nello stesso periodo”.



Christian De Sica: “Papà Vittorio quando ero piccolo festeggiava sempre due volte il Natale”

Passando oltre ai cinepanottoni, nella sua breve intervista a Bella Festa Christian De Sica confessa a Pierluigi Diaco di fare “questo mestiere perché la più grande soddisfazione per me è riuscire a regalare delle risate in questi momenti così difficili che stiamo vivendo tutti” riferendosi ovviamente alla delicata situazione geopolitica internazionale; per poi passare al recentissimo Natale per racconta che quando era piccolo “per noi erano una grandissima festa”.



Per loro – continua Christian De Sica – certamente, “ma per papà un po’ meno perché in quel periodo non ci aveva ancora detto che aveva due famiglie e lo festeggiava due volte: faceva la cena mangiando i tortellini e i panettoni con noi un pochino prima, e poi prendeva un taxi, attraversava tutta Roma e andava a casa della prima moglie Giuditta e della mia sorellastra e ricominciava tutto da capo“.