ristChristopher Tolkien, spentosi lo scorso 15 gennaio, a quasi 47 anni dalla morte del padre e più noto J.R.R., è stato il figlio del celebre autore della saga de “Il Signore degli Anelli”. Letterato di fame a considerato dai fan dell’epica tolkeniana come il vero e proprio custode del capolavoro del padre, è morto all’età di 95 qualche mese fa (spirando per motivi di salute non meglio precisati presso l’ospedale di Draguignan, in Francia) quando a darne l’annuncio furono attraverso i propri profili social la Tolkien Society e anche la casa editrice Harper Collins UK a cui i libri legati alla fantasia di John Ronald Ruel avevano legato la loro fama. E nella serata in cui la Trilogia per antonomasia viene riproposta in tv molti ricordano la figura di Christopher che si era anche incaricato, a seguito della scomparsa del padre, di curare la pubblicazione postuma del noto “Silmarillion”, l’opera mitopoietica uscita nel 1977 che narra delle vicende di Arda e racconta pure di tutte le sue vicende fino alla cosiddetta Terza Era.



CHRISTOPHER TOLKIEN, CUSTODE DELL’EREDITA’ DEL PADRE

Anche se più noto al mondo accademico britannico e ovviamente ai fan della saga creata da Tolkien, la scomparsa di Christopher ha lasciato comunque un vuoto all’interno di quell’universo finzionale che lui negli ultimi 50 anni ha contribuito a tenere vivo e a far conoscere anche alle nuove generazioni, fino alla consacrazione cinematografica della trilogia di volumi grazie alla potenza visiva degli altrettanti kolossal che il regista Peter Jackson ha ambientato in Nuova Zelanda. “Per quanto strano possa sembrare, sono cresciuto interamente nel mondo creato dal mio papà ed è per questo che per me le città che lui ha immaginato sono molto più reali di una Babilonia” aveva avuto modo di dire il figlio di Tolkien in alcune interviste e ricordando come la sua esistenza sia stata dedicata a un lavoro filologico di fino attorno all’opera di J.R.R. tra revisione di bozze, sistemazione degli appunti sparsi e in generale dare una forma più organica e consiste a un “corpus” di scritti davvero sconfinato e che ancora oggi rappresenta una sorta di Bibbia per tutti gli scrittori che vogliano approcciarsi al genere fantasy.

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