È morto Christopher Tolkien, il figlio del grande J.R.R. autore de “Il Signore degli Anelli e più in generale della saga nella Terra di Mezzo: un mondo raccontato, una pietra miliare della cultura cristiana e un costante punto di paragone per chiunque voglia cimentarsi con il genere Fantasy. La completa dedizione di una vita ha visto Tolkien jr cimentarsi con l’immane produzione del padre, lavorando per curarne ogni minimo dettaglio e offrire alle nuove generazioni non solo la grandezza de “Il Signore degli Anelli” ma l’intera opera omnia di J.R.R. Tolkien. Ha editato il Sigmarillion – di fatto l’introduzione e la “genesi” delle storie che hanno portato alla saga della Compagnia dell’Anello – ma soprattutto ha disegnato tutte le mappe della Terra di Mezzo, lavorando alacremente alle edizioni e tradizioni di tutti gli scritti dell’amato padre anche nella lingua elfica letteralmente inventata dal “papà” di Frodo e Gandalf. È morto all’età di 95 anni dopo una lunga malattia ma anche una vita piena di soddisfazioni per aver onorato fino all’ultimo giorno il lavoro del padre, ritagliandosi un ruolo di testimone e continuatore della meravigliosa produzione artistica e letteraria di J.R.R. Tolkien. Christopher Tolkien era il terzo figlio, quello più giovane, del grande scrittore inglese e dell’amata moglie Edith Mary: dopo aver servito nella Raf da giovanissimo, diventò un collaboratore del padre a tutti gli effetti. Mise “ordine” nelle mappe della Terra di Mezzo e firmò quelle che vennero poi incluse nei libri: dopo la morte del padre proseguì il lavoro di curatore delle sue opere, editando, tra gli altri anche i recenti I figli di Húrin e Beren e Lúthien.



LA MORTE DI CHRISTOPHER TOLKIEN

Nel suo testamento J.R.R. Tolkien definì il figlio Christopher «il mio più importante critico e collaboratore», a volte proprio andando contro le idee e le proposte del papà ma sempre con una commovente figliolanza e dedita ispirazione. È proprio vero quanto diversi critici ritengono del figlio di Tolkien: ha vissuto per realizzare l’eredità del padre in una obbedienza semi-totale e un amore incredibile. Nel portale culturale “Pangea”, ragionando per assurdo, si descrive così il rapporto tra i due giganti della letteratura mondiale: «Il figlio ha creato il padre, J.R.R. è il dio e Christopher il suo profeta: è mai esistita fedeltà più profonda, proficua, agghiacciante?». Temperamento anche “fumantino” ad esempio quando bocciò sonoramente la realizzazione dei tre film diretti da Peter Jackson su “Il Signore degli Anelli” e dei successivi tre su “Lo Hobbit”: «film d’azione per spettatori dai 15 ai 25 anni». Qualche anno fa fu lo stesso Christopher Tolkien a ritornare su quel durissimo giudizio precisando meglio, «La mia posizione è che il libro non è adatto ad una versione per il grande schermo. D’altra parte riconosco come questo sia un parere discutibile in una complessa diatriba sull’arte e le voci secondo le quali la mia disapprovazione nei riguardi dei film di Jackson sia totale e a discapito della loro effettiva qualità sono completamente prive di fondamento, come quella che io tratterei male tutti coloro che la pensano diversamente». Da ricordare che la famiglia Tolkien non ebbe mai “controllo” sul film visto che lo stesso papà aveva venduto i diritti del Signore degli Anelli nel 1969, 4 anni prima di morire all’età di 81 anni.



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