I cibi importati sono i più pericolosi. In quasi nove casi su dieci (l’86%), secondo i dati di Coldiretti riportati da Libero Quotidiano, gli allarmi alimentari scattano proprio per prodotti che arrivano dall’estero. Nel 2022, su 317 allarmi rilevati, 106 sono scaturiti da importazioni da altri Stati dell’Unione Europea e 167 da Paesi extracomunitari. Soltanto 44 hanno riguardato derrate di origine nazionale. 



I prodotti che possono essere ritenuti a rischio sono numerosi. La top 3 vede in cima i fichi secchi che arrivano dalla Turchia, in virtù della eventuale presenza delle aflatossine, ovvero micotossine prodotte da due specie di Aspergillus, un fungo che si trova soprattutto nelle zone caratterizzate da clima caldo e umido. Esse possono essere cancerogene e genotossiche, inducendo mutazioni nel Dna umano. Non sono da sottovalutare inoltre il pesce (spada e tonno) proveniente dalla Spagna e le carni di pollo provenienti dalla Polonia, rispettivamente per la presenza di alte dosi di mercurio e del batterio della salmonella al loro interno. Il metallo è tossico e può provocare paralisi, oltre che danni alla vista e all’udito.



Cibi importati sono più pericolosi: 86% di quelli bloccati arriva dall’estero, l’allarme di Coldiretti

L’emergenza relativa alla pericolosità dei cibi importati, dunque non riguarda esclusivamente i Paesi in via di sviluppo, ma anche quelli dell’Unione Europea. I risvolti negativi della globalizzazione degli scambi e della competizione al ribasso sui prezzi hanno raggiunto anche le zone più ricche del mondo. È per questo motivo che è necessario porre attenzione alla provenienza dei prodotti che si acquistano. Non sempre, tuttavia, è facile. La tracciabilità infatti lascia spesso a desiderare.



“Tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei devono rispettare gli stessi criteri. Dietro gli alimenti, italiani o stranieri, in vendita nei supermercati, ci dev’essere un analogo percorso di qualità che riguarda l’ambiente, il lavoro e la salute”, ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini.