Quasi 7 italiani su 10 (68%) non si fidano del cibo creato in laboratorio con cellule staminali in provetta. Il 60% li ritiene poco sicuri per la salute, il 42% esprime dubbi sul gusto, il 18% teme che abbia un impatto negativo sulla natura. È quanto emerge dall’indagine di Coldiretti/Ixè, che lancia un serio allarme sullo sbarco a tavola degli alimenti sintetici.



Le multinazionali del food in provetta approfittano della crisi – denuncia Coldiretti – per imporre sui mercati “cibi Frankenstein”, dalla carne prodotta in laboratorio allatte “senza mucche”, fino al pesce senza mari, laghi e fiumi. Cibo che – averte Coldiretti – potrebbe presto inondare il mercato europeo poiché già a inizio 2023 potrebbero essere introdotte a livello Ue le prime richieste di autorizzazione all’immissione in commercio che coinvolgono Efsa e Commissione Ue, mentre entro il primo semestre 2023 negli Usa potrebbero essere disponibili sugli scaffali i primi prodotti sintetici.



Un semaforo verde che – aggiunge Coldiretti – diventa ancora più pericoloso considerando le campagne di marketing che stanno accompagnando la nascita di questi prodotti e che “tendono a nascondere i colossali interessi commerciali e speculativi in ballo per esaltare invece il mito della maggior sostenibilità rispetto alle tradizionali attività di allevamento e pesca”. Un mito, per l’appunto, dal momento che “la carne da laboratorio – precisa sempre Coldiretti – non salva gli animali, perché viene fabbricata sfruttando i feti delle mucche, non salva l’ambiente perché consuma più acqua ed energia di molti allevamenti tradizionali, non aiuta la salute perché non c’è garanzia che i prodotti chimici usati siano sicuri per il consumo alimentare, non è accessibile a tutti poiché per farla serve un bioreattore, non è neppure carne, ma un prodotto sintetico e ingegnerizzato”.



“Le bugie sul cibo in provetta – afferma il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini – confermano che c’è una precisa strategia delle multinazionali che con abili operazioni di marketing puntano a modificare stili alimentari naturali fondati sulla qualità e la tradizione. E noi siamo pronti a dare battaglia poiché quello del ‘cibo Frankenstein’ è un futuro da cui non ci faremo mangiare”.

Una battaglia cui si è unita anche Giorgia Meloni che, nella sua prima uscita pubblica dopo la vittoria alle elezioni visitando il Villaggio della Coldiretti a Milano, ha firmato la petizione mondiale per fermare lo sbarco a tavola del cibo sintetico promossa da World Farmers Markets Coalition, World Farmers Organization, Farm Europe, Coldiretti e Filiera Italia.

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