Le tesi sembrerebbe trovare conferma. In più occasioni il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, ha puntato il dito contro le multinazionali “che con abili operazioni di marketing cercano di modificare stili alimentari naturali fondati sulla qualità e la tradizione”, investendo in modo massiccio sui cibi artificiali, dalla carne prodotta in laboratorio al latte “senza mucche” fino al pesce senza mari, laghi e fiumi.
Ebbene, un gigante della industria alimentare come Unilever si dice pronto a esplorare la possibilità di utilizzare nei prossimi anni prodotti lattiero-caseari sintetici all’interno del proprio portafoglio di gelati. Un portavoce di Unilever ha infatti dichiarato a FoodBev che il team di ricerca e sviluppo dell’azienda è impegnato a esaminare la tecnologia di fermentazione di precisione e a valutare un suo possibile utilizzo per creare prodotti lattiero-caseari di origine non animale. “Siamo nelle prime fasi di lavoro con le start-up”, ha commentato il portavoce, aggiungendo: “Al momento, non siamo in grado di confermare a quali marchi o mercati verrà applicata questa tecnologia”.
La mossa della multinazionale arriva in realtà dopo un percorso iniziato già diversi mesi fa. Discutendo del piano d’azione per la transizione climatica dell’azienda, infatti, lo scorso settembre, Roy Horne, responsabile dell’azione per il clima nel gruppo aziendale dei gelati di Unilever, aveva aperto alla possibilità di valutare il ricorso al cibo sintetico. “Dovremmo parlare delle mucche perché sono ugualmente importanti – aveva detto Horne -. Producono latte e panna, che sono ottime materie prime per i gelati, ma producono anche un’elevata impronta di carbonio. Stiamo quindi valutando in modo approfondito i nostri marchi, per comprendere quali richiedono l’utilizzo di ingredienti lattiero-caseari e per individuare le vie più efficaci per migliorare l’impronta di carbonio di quegli ingredienti”.
Unilever non è peraltro sola a intraprendere la strada degli alimenti in provetta. Lo scorso giugno la start up israeliana Remilk ha annunciato di essere pronta a sbarcare in Europa, e più precisamente in Danimarca, inaugurando una fabbrica di latte sintetico destinata – secondo le dichiarazioni dell’azienda – a sostituire 50.000 mucche l’anno. Il “prodotto” – si legge sul sito ufficiale della società – si basa sul principio della fermentazione. In buona sostanza, i chimici e biologi dell’azienda sono riusciti a “copiare” il gene responsabile della produzione delle proteine del latte nelle mucche e a inserirlo nel lievito che viene quindi posto nei fermentatori, dove si moltiplica rapidamente e produce proteine del latte, poi combinate con vitamine, minerali, grassi e zuccheri non animali per formare i latticini sintetici.
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