Il cibo sintetico, ovvero quel cibo che si ottiene a partire da campioni di cellule estratti da un animale e poi fatti moltiplicare in laboratorio all’interno di un apposito bioreattore o fermentatore, torna a fare discutere. Recenti fatti di cronaca raccontano infatti di evoluzioni che spingono in direzioni opposte.



Al di là dell’Oceano, la Food And Drug Administration (FDA) – l’agenzia federale che si occupa di regolamentare farmaci, terapie e prodotti alimentari – e il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA) hanno approvato per la prima volta la vendita al pubblico di carne coltivata in laboratorio. Negli Usa dunque sarà possibile acquistare liberamente questo prodotto nei supermercati, oppure consumarlo al ristorante. E questo grazie al semaforo verde dato alle due aziende che già lo producono: Good Meat e Upside Foods. La decisione è stata considerata una svolta, spinta da più ragioni, che spaziano dal benessere animale alla lotta al cambiamento climatico.



Su quest’altra sponda dell’Oceano, invece, ci si muove lungo un percorso contrario. Proprio nel nostro Paese è infatti nata un’inedita, larga e composita alleanza per reclamare la difesa della cultura del cibo di qualità e spingersi contro quello artificiale e sintetico. Alla neonata associazione ha aderito una lunga lista di organismi che spaziano dalle associazioni di settore ai movimenti consumeristi. In dettaglio, ad aderire sono stati Acli, AcliTerra, Adusbef, Anpit, Asi, AssoBio, Centro Consumatori Italia, Cia, Cna, Città del Vino, Città dell’Olio, Codacons, Codici, Consulta Distretto del Cibo, Ctg, Coldiretti, Demeter, Ecofuturo, Ewa, Federbio, Federparchi, Fipe, Fondazione Qualivita, Fondazione Una, Fondazione UniVerde, Globe, Greenaccord, Gre, Italia Nostra, Kyoto Club, Lega Consumatori, Masci, Movimento Consumatori, Naturasi, Salesiani per il sociale, Slow food Italia, Unpli, Wilderness.



L’iniziativa, varata dai rappresentanti delle diverse organizzazioni nel corso di un incontro organizzato presso la sede di Coldiretti, ha come primo obiettivo la sottoscrizione di un Manifesto per esporre le ragioni dell’alleanza e aprire un confronto con istituzioni, associazioni, mondo scientifico, imprese e cittadini per l’avvio di una battaglia – quella contro il cibo sintetico e artificiale – che è possibile vincere – sostengono le Organizzazioni – anche in una proiezione europea, nella certezza di agire per il bene comune. Un’assunzione di responsabilità – concludono le Organizzazioni – nella ricerca delle ragioni tecniche e valoriali per contrastare rischi reali di desertificazione delle campagne, di speculazione finanziaria e monopolio brevettuale insieme a preoccupazioni di allarme per la salute dei consumatori.

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