Si parla di cibo sintetico negli studi di Uno Mattina, e come ospiti vi sono il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, nonché Alberto Villani del Bambino Gesù di Roma. La tendenza in Europa sembrerebbe essere quello di soppiantare il cibo “classico”, appunto con quello sintetico, realizzato in laboratorio. Per cercare di spiegare al meglio di cosa si tratti, il dottore Villani è intervenuto dicendo: “Noi abbiamo un grosso patrimonio che è la dieta mediterranea, che utilizza i cibi della tradizione italiana, ne va della salute: alimentarsi con la dieta mediterranea favorisce salute e lunghezza della vita”.



Quindi ha meglio specificato: “La carne sintetica nasce da cellule che hanno caratteristiche importanti e che possono diversificarsi in varie tipologie. Da queste cellule nascono muscoli, ossa e pelle. Sono cellule primordiali che si possono differenziare. La carne sintetica è un prodotto della bio ingegneria, queste cellule possono riprodursi e moltiplicarsi in un ambiente sterile e anche questo merita una riflessione: il nostro organismo funziona bene perchè ha il microbioma, dei germi buoni, e ciò che noi mangiamo non deve essere sterile ma deve avere contaminazioni positive. Dal punto di vista nutrizionale è poco arricchente disporre di qualcosa di selettivo: nella carne non sintetica non ci sono solo le proteine ma anche altri componenti importanti. Non abbiamo bisogno della sterilità ne della selettività di nutrimento”.



CIBO SINTETICO, PRES COLDIRETTI: “GRANDI INTERESSI ECONOMICI”

Quindi il presidente di Coldiretti è intervenuto, dicendosi preoccupato: “Ci sono grandi interessi economici che si muovono per una dieta globale scontrandosi con tutti quegli elementi di storia che ci appartengono. L’Italia ha fatto dell’agroalimentare una voce non solo economica ma di qualità della vita, e dovremmo ripartire da qui, non mettendo al centro gli interessi economici: se facciamo questo, i cibi tradizionali avranno grande crescita e futuro, se invece pensiamo solo all’aspetto economico rischiamo di favorire i cibi sintetici”. E ancora: “Gli italiani sono assolutamente convinti che il cibo tradizionale faccia parte della nostra storia e cultura, ma ripeto, della qualità della vita, non a caso siamo fra i paesi più longevi. Se qualcuno pensa di poter organizzare firme per il cibo sintetico noi faremo una raccolta firme per il cibo tradizionale nell’interesse della collettività”.



Fra le nazioni che stanno spingendo verso il cibo sintetico, vi è in particolare l’Olanda: “Oggi ci sono i primi stabilimenti di cibo sintetico, non solo la carne, si arriva al latte e il passaggio successivo sarà tutto ciò che riguarda il vino, arrivando fino al comparto ortofrutticolo. Rischiamo di perdere la biodiversità, i nostri profumi che trasmettono la differenza fra un cibo prodotto in Italia e uno in un qualsiasi altro continente”. Quindi Ettore Prandini ha concluso dicendo: “Con il cibo sintetico c’è il rischio di permettere che il cibo possa essere un oligopolio in mani di poche persone e ciò significa condizionare le scelte politiche dei continenti. Oggi la filiera agro alimentare vale 574 miliardi, prima voce per importanza del nostro Paese: cambiare questi valori vuol dire perdere soldi, storia, cultura e posti di lavoro”.