Entra finalmente nel vivo l’accordo di fusione tra le due maggiori fiere dell’agroalimentare italiano: Cibus, il salone internazionale del made in Italy promosso da Fiere di Parma, e Tuttofood, l’appuntamento organizzato da Fiera Milano. In un comunicato stampa così si legge: “Le parti si pongono l’obiettivo di creare una nuova piattaforma fieristica multipolare costituita da Cibus Parma, evento iconico per il made in Italy alimentare e i suoi territori, e da ‘Tuttofood powered by Cibus’ a Milano dove potrà accogliere una platea espositiva internazionale e quindi diventare hub globale del Food & Beverage”. Due diverse manifestazioni, dunque, che grazie alle sinergie tra Fiera Milano, Fiere di Parma e Federalimentare (che possiede il 50% di Cibus), “saranno in grado di specializzare il proprio posizionamento offrendo un supporto strategico e permanente al made in Italy agroalimentare e, in generale, al sistema Italia”.
Ormai ci siamo. La strada è ancora lunga ma i contorni dell’operazione sono definiti: il grande accordo fra le fiere di Milano e Parma è in dirittura d’arrivo. Il nuovo evento che unirà le expertise combinate di Cibus e Tuttofood potrebbe diventare realtà. E finalmente l’Italia avrà una sua superfiera in grado di contrastare l’egemonia di Sial (Parigi) e Anuga (Colonia). Più la prima che la seconda a dire il vero. Secondo fonti solitamente bene informate sarà settembre del 2024 il mese in cui si svolgerà la prima grande fiera mondiale (italiana) del food che vedrà Fiere Parma nelle vesti di organizzatore, ospitata nei padiglioni di Fiera Milano. Era ora. Da anni le aziende italiane auspicavano una soluzione di questo tipo, stanche di andare a ingrossare (e ingrassare) le file degli espositori alle manifestazioni all’estero, sempre al primo posto come numero di partecipanti.
Precisati i contorni dell’operazione, bisogna cominciare a mettere qualche medaglietta a chi ha permesso e portato avanti l’ipotesi di accordo. In primis i due manager: Antonio Cellie (Fiere Parma) e Luca Palermo (Fiera Milano). Il primo da anni inseguiva quello che sembrava un sogno mai realizzato. La sua expertise è nota, come pure le sue qualità di giocatore a tutto campo. Luca Palermo, da due anni alla guida di Fiera Milano, ha portato invece in azienda le sue competenze. Il manager ha compreso che una manifestazione con un respiro mondiale come quella sul food poteva essere una chiave di volta per rilanciare Fiera Milano. Fin qui i due protagonisti. Ma alle spalle c’è stato un intenso lavoro per arrivare alla svolta. Un carico da novanta l’ha messo certamente Carlo Bonomi, presidente di Confindustria e Fiera Milano, che da subito ha compreso le potenzialità dell’operazione. E ha, di conseguenza, imbarcato Federalimentare che, lo ricordo, possiede il 50% delle quote di Cibus. Non solo, ha convinto la politica che la strada dell’asse Milano/Parma sarebbe stato un bene per tutti. Convincendo un recalcitrante, all’inizio, Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia-Romagna, che il valore aggiunto dell’operazione avrebbe portato vantaggi a tutti.
Ma non è finita qui. Alle spalle c’è anche un asse italo-tedesco che ha fatto la sua parte. La Fiera di Colonia, infatti, da anni è alleata con Fiere Parma. Durante Anuga, evento che si è tenuto lo scorso ottobre a Colonia, i due staff hanno sviluppato, grazie a Koeln Parma Exhibitions, uno specifico networking con i buyer europei ed esteri in previsione di Cibus 2022. L’altro obiettivo del networking è stato l’Expo Dubai (aperto il 1° ottobre, con una durata di sei mesi) dove entrambi i player erano presenti: Fiere di Parma con M-Eating Italy e Fiere di Colonia in veste di provider ufficiale del padiglione della Germania. Vale la pena aggiungere che le due fiere hanno consolidato la propria alleanza nel settore delle tecnologie alimentari organizzando Cibus Tec Forum (a Parma dal 25 al 26 ottobre 2022), la prima edizione di una Exhibition&Conference sui trend del meccano alimentare: cinque aree tematiche, con spazi espositivi preallestiti (tecnologie e soluzioni per carni, per prodotti a base latte, frutta-vegetali-liquidi alimentari, cereali-piatti pronti e confezionamento) e quattro arene in cui verranno dibattuti i focus del forum (sicurezza alimentare, materiali innovativi ed economia circolare, digitalizzazione, supply chain e sostenibilità e altro). Cibus Tec si terrà, invece, nel 2023, dal 24 al 27 ottobre.
L’accordo Cibus-Tuttofood viene dunque visto molto bene in quel di Colonia. Serve a rafforzare un’intesa, foriera di ulteriori sviluppi soprattutto in Asia e America del Sud, e, nel contempo, a disturbare pesantemente Sial, un evento visto da sempre come concorrente di Anuga.
A onor del vero l’accordo con Parma era ed è quasi obbligato. Gli altri enti da tempo si sono mossi. Soprattutto in Emilia-Romagna, che vedrà a breve la fusione fra Rimini e Bologna. Se verrà attuato (il condizionale conoscendo le problematiche politico-amministrative e di diligence, soprattutto della città felsinea, è d’obbligo), il nuovo polo diventerà il più importante d’Italia. Nell’ombra rimane Verona, che ha la sua punta di diamante in Vinitaly. Ma che soffre di una lentezza esasperante nelle sue decisioni strategiche. Vedremo come si comporterà a breve. Il rischio è di venire stritolata dalle due ammiraglie. Per questo deve decidersi: rimanere con vino e cavalli oppure evolvere.
Due nota bene infine. Uno al Governo che deve smettere di premiare fiere e fierette regionali, perlopiù con mance elettorali, per puntare decisamente sulle grandi manifestazioni internazionali. L’altro a Ice-Ita.
L’agenzia si è mossa bene nel post pandemia e questo le va riconosciuto. Molte le aziende che sono state aiutate nel loro lavoro per l’internazionalizzazione, sotto forma di contributi per la realizzazione di stand alle fiere internazionali.
Bene, a questo punto occorre un salto di qualità. L’agenzia può essere davvero il volano per promuovere il Made in Italy nel mondo con un pesante lavoro di incoming per i buyer esteri.
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