Dopo l’aggressione subita in metro a Roma, con qualche graffio riportato qua e là dopo il vero e proprio assalto subito alla fermata di Piazza di Spagna, Simone Ruzzi, in arte Cicalone, si fa due domande: “Buttarmi in politica? A questo punto me lo domando”, rivela. Poi spiega meglio: “La gente mi chiede: ma chi cazzo sei? Ma che vuoi?”. Lui si descrive così: “Bazzico le metropolitane e conosco ogni virgola del borseggiatore, di quello che ruba, ingrata, acchiappa, stordisce, mena pure. Ho molti consigli da dare”.



Poi, rivela al Fatto Quotidiano: “Sto valutando seriamente di darmi alla politica. Con i voti che prendo sarò io a dire chi sono. Sarà in grado di esigere rispetto e pianificare le azioni di ordine pubblico o almeno consigliare”. Poi spiega ancora che ha sempre avuto un’ambizione: quella di difendere i più deboli, gli incolpevoli, i più giovani, le donne e così via, anche in virtù del suo amore per il pugilato che lo ha reso famoso prima della carriera da youtuber.



Cicalone: “Intervengo solo in caso di pericolo”

Cicalone, circa sei anni fa, ha intrapreso la strada da youtuber per difendere i più deboli e ha avuto un successo incredibile con tantissime visualizzazioni, fino ad arrivare ad aprire una partita iva. “I miei video hanno sponsor come la Coca Cola, Google. Siamo andati oltre un milione di visualizzazioni. I romani mi fermano, mi chiedono selfie, io non mi sottraggo”, spiega. Il suo modo di raccontare ha avuto un successo incredibile ma Cicalone spiega che non lo fa per soldi ma solamente per un senso di giustizia.

A volte, nel corso del suoi video, Cicalone è stato costretto a intervenire, come quando è stato accerchiato da una banda di latino americani: lo fa però solamente in casi di pericolo, quando sa che non può fare altro. “A volte si può utilizzare una pressione controllata sul nervo vago” per stordire la persona di fronte, spiega. Tutto ciò, grande alla sua lunga carriera da pugile, che oggi si è trasformata in una da youtuber e chissà, magari un domani in quella da politico.