Storie Italiane ha avuto in collegamento la mamma e la sorella di Ciccio e Tore, i due fratellini di Gravina di Puglia scomparsi 18 anni fa e corpi senza vita ritrovati due anni dopo in un casolare. Oggi la mamma Rosa e la sorella Filomena vogliono sapere la verità su quanto sia accaduto ai due bimbi e hanno spiegato che presenteranno delle prove ritenute schiaccianti. “Insieme a mia mamma, ai consulenti e agli avvocati ho riletto i fascicoli e sono emerse prove per cui si potrebbe riaprire il caso”, spiega la sorella di Ciccio e Tore.



CICCIO E TORE, L’AVVOCATO: “NUOVE PROVE SUI RAGAZZI DELL’EPOCA”

L’avvocato della famiglia, collegato con Storie Italiane, precisa: “Si tratta di prove che abbiamo cercato con avvocati, l’aiuto di Filomena e qualche persona di Gravina di cui non possiamo fare nomi. E’ tutto scritto nel fascicolo che porteremo fra un paio di giorni in Procura”. Ma di quali elementi si tratta? “Riguardano i ragazzi dell’epoca, tutti sapevano e anche qualcun’altro che porteremo in Procura questa volta con i fatti, ora toccherà alla procura intervistare queste persone”, con l’avvocato che ribadisce: “c’è qualcuno. In collegamento a



Storie Italiane ha intervistato anche il generale Garofano, che all’epoca dei fatti indagò: “Rispetto alle indagini che abbiamo fatto e che hanno fatto anche loro, è noto chi era quella sera con i ragazzini, è solo un problema di volontà della Procura, quella indagine è nata su un pregiudizio ovvero che Filippo Pappalardi fosse il sospettato ideale ma poi tutti gli elementi offerti dallo stesso Pappalardi sia l’istanza di riapertura delle indagini fatta nel 2021 e bocciata, ritorna ancora una volta sulle contraddizioni degli stessi ragazzi che accusarono Pappalardi e poi ritrattare”.



CICCIO E TORE, LA MAMMA: “UN TEMA CHE SEMBRAVA PREMONITORE…”

E ancora: “Gli amici di Ciccio e Tore, coloro che frequentavano quel palazzo delle 100 stanze possono far emergere elementi importanti su ciò che è successo, il problema è capire se la Procura voglia o meno riaprire le indagini. Ci sono dei reperti che oggi con le tecniche attuali possono essere analizzati, è solo volontà della Procura”. La mamma di Ciccio e Tore, prendendo la parola, ha aggiunto: “Abbiamo prove certe del presunto colpevole e le bestialità che ha osato fare su mio figlio, questo non lo auguro a nessuno, noi vogliamo la giustizia. Le prove schiaccianti ci sono, ci sono molti elementi nuovi che conducono al colpevole. Non è stata una disgrazia”.

La signora Rosa ha poi ricordato un tema, di cui è venuta a conoscenza solo dopo la morte dei figli, che aveva scritto Tore una settimana prima della loro scomparsa: “Come se fosse premonitore, un tema che mi ha toccato molto. Qualche giorno prima della sparizione accennavano a dei presentimenti a qualcuno che voleva fare loro del male, ma pensavamo che fantasticassero”.