CICCIO INGRASSIA E L’ADDIO AL COLLEGA FRANCO: “SE N’E’ ANDATO UN FRATELLO”
Ciccio Ingrassia, chi era e com’è morto uno lo storico componente di una delle coppie comiche più famose del mondo dello spettacolo, e non solo alle latitudini italiane? Questa sera, nell’oramai consueto appuntamento estivo con l’amarcord e le chicche video di repertorio di “Techetechete’” (su Rai 1, in access prime time), la puntata che il format del servizio pubblico dedica a Franco e Ciccio, a cura di Giulio Calcinari, ci consentirà di fare un nostalgico salto indietro nel tempo, ripercorrendo la carriera dei due eclettici artisti siciliani attraverso le loro esibizioni televisive più belle. E se in un altro pezzo quest’oggi abbiamo fatto un ritratto di Franchi, qui accendiamo i riflettori su Ciccio Ingrassia.
Ciccio Ingrassia, all’anagrafe Francesco e palermitano come il suo collega e amico di una vita, era nato nell’ottobre del 1922, spegnendosi poi come Franchi in quella Roma che oramai aveva adottato i due comici nell’aprile del 2003, quasi undici anni dopo la morte del sodale che invece ci aveva lasciati a soli 64 anni. Protagonista nel duo Franco e Ciccio di oltre cento pellicole tra gli Anni Sessanta e gli Ottanta (il periodo d’oro della coppia ma anche di un certo modo di fare cinema e di un genere cinematografico in voga). Poi le prime liti, che comunque furono costanti nella loro carriera, e la separazione anche se poi i due si ‘ritrovarono’ in televisione prima che la malattia di Franco mettesse definitivamente fine al loro sodalizio. Ma cosa sappiamo del rapporto di Ciccio Ingrassia col suo collega e cosa ha significato per lui la decisione di allontanarsene per un breve periodo?
LA MORTE DI CICCIO INGRASSIA: “CON LUI E’ FINITO PER SEMPRE UN CINEMA CHE…”
Anche se gran parte delle cose migliori della produzione del duo risale al periodo d’oro di ‘Franco e Ciccio’, va ricordato che la separazione portò a Ciccio Ingrassia pure prestigiosi premi e collaborazioni con registi del calibro di Federico Fellini. Protagonisti di alcune baruffe, anche in diretta, e di differenti visione artistiche, nella seconda metà degli Anni Settanta i due decisero di prendere strade diverse: secondo alcuni c’entrò la scelta di Ciccio di interpretare un ruolo drammatico in una pellicola e che avrebbe irritato il partner. In seguito Ingrassia recitò in “Amarcord” (1973) e in “Todo modo” di Elio Petri, interpretazione che gli valse pure un Nastro d’Argento come Migliore Attore non Protagonista, premiando dunque la sua scelta di dedicarsi anche ad altri generi al di fuori della commedia.
Nonostante la riconciliazione nel 1980, con le scuse in diretta a “Domenica In” e la partecipazione assieme ad alcuni programmi televisivi, la storia di Ciccio Ingrassia con Franco Franchi volgeva oramai ai titoli di coda: con la morte del collega nel 1992 (“Se n’è andato via un fratello”, disse), anche il primo cominciò a ridurre le apparizioni sul piccolo schermo. Ingrassia morì il 23 aprile del 2003, a 80 anni, presso il Policlinico ‘Agostino Gemelli’ di Roma, a causa di alcuni problemi respiratori di cui soffriva oramai da tempo. Oggi l’attore riposa al Cimitero Monumentale del Verano della Capitale e sulla sua tomba è inciso l’epitaffio: “Stringimi solo per un po’, sai che mi farai sorridere”, frase che ben si addice a quel ‘volto triste della comicità’ che Nino Manfredi coniò per lui. Con Franco e Ciccio si era chiusa una stagione, anzi: “Non erano finiti loro, come attori. Era finito un certo tipo di cinema”, come si spiega in “Come inguaiammo il cinema italiano – La vera storia di Franco e Ciccio” (2004) di Ciprì e Maresco.