Tra i dodici membri del Comitato tecnico scientifico che supportano il governo c’è Fabio Ciciliano, medico della Protezione Civile e della Polizia di Stato, nel Cts dall’inizio dell’emergenza Covid. Lui è tra chi sostiene la necessità di ridurre la validità del Green pass, visto che l’immunità vaccinale cala dopo sei mesi, e di accorciare anche i tempi della somministrazione della terza dose, da 6 a 5 mesi dalla seconda. «L’agenzia del farmaco Aifa si pronuncerà a breve sull’opportunità di accorciare i tempi fra le dosi. Ritengo che anticipare la possibilità del richiamo con la terza dose abbia l’indiscutibile vantaggio di intercettare molte più persone e prevenire le infezioni da Covid 19 nel prossimo inverno», ha dichiarato al Corriere della Sera.
Questo periodo, infatti, coincide con la maggiore capacità di diffusione del coronavirus, pertanto anticipare la terza dose «è un modo sicuro per innalzare ed allargare fin da subito le difese individuali e collettive». Quando gli viene chiesto se verrà ridotta da 48 a 24 ore la validità dei tamponi antigenici, necessari ai non vaccinati per ottenere il green pass, non si sbilancia, ma avverte: «Penso che escludere il tampone antigenico per ottenere la certificazione verde possa poi ripercuotersi negativamente su alcuni diritti fondamentali dei cittadini, come ad esempio la libertà di spostarsi».
CICILIANO (CTS) SUL “NODO” TEST ANTIGENICI
In una condizione epidemiologica diversa, compromessa, chiaramente le valutazioni da parte degli esperti sarebbero diverse. Ma Fabio Ciciliano resta comunque per l’obbligo vaccinale: «Risolverebbe il problema delle residue coperture vaccinali mancanti». Per quanto riguarda l’idea di tralasciare gli antigenici per puntare solo sui tamponi molecolari non è fattibile, seppur fondata scientificamente: «I laboratori che offrono tamponi molecolari sono pochi rispetto ai punti dove vengono eseguiti gli antigenici. I tempi per avere le risposte si allungherebbero e non possiamo permettercelo». Per quanto riguarda invece il vaccino per i bambini tra i 5 e gli 11 anni, Ciciliano preannuncia la necessità di fare una corretta comunicazione: «Dobbiamo fare ogni sforzo per far comprendere in maniera chiara e oggettiva l’importanza di proteggere i nostri bambini soprattutto nell’interesse della loro salute. Gli errori di comunicazione commessi durante la pandemia non sono ammissibili».
Riguardo l’andamento dell’epidemia Covid in Italia, il membro del Cts al Corriere della Sera ha ribadito che l’incremento non è paragonabile a quello di un anno fa, così come del resto al resto d’Europa: «L’impatto sul sistema sanitario è modesto grazie all’imponente campagna vaccinale che ci innalza ai primi posti in Europa per percentuale di popolazione immunizzata. Nei Paesi dove la vaccinazione non avanza, i numeri dei contagi sono sensibilmente più alti».