Da Pinochet al 2019 di tempo ne sarebbe anche passato ma il Cile dopo un aumento dei prezzi dei mezzi pubblici a Santiago ha visto tornare pericolosamente indietro l’orologio del tempo a quei tremendi anni prima, durante e dopo la dittatura militarista. Le proteste continuano, i morti sono “fermi” a tre ma i feriti con i vari arresti sono numerosissimi; il Presidente Pinera ha promesso il dialogo ma al momento il vero problema è la mancanza di veri e credibili leader alternativi o diretti interlocutori che presentino rivendicazioni precise. La battaglia in strada non sembra indirizzata da alcuna opposizione “ufficiale”: anarchici, black-bloc e antagonisti si sono aggiunti ai giovani che manifestavano da giorni, circondando i carri armati con alcuni di loro respinti con forza delle cariche dei militari. Nelle ultime ore proprio per protestare sull’aumento dei prezzi, il servizio di autobus è rimasto sospeso per mezza giornata dopo che almeno cinque mezzi sono stati bruciati nel centro di Santiago. (agg. di Niccolò Magnani)



IL PRESIDENTE PINERA “NESSUNO MINACCIA LA SICUREZZA DEL CILE”

Durerà almeno per quindici giorni il coprifuoco che è stato indetto nelle scorse ore a Santiago del Cile e nei paesi limitrofi. Durante questo periodo verrà limitata la libertà di movimento dei cittadini e si cercherà nel contempo di ripristinare l’ordine dopo il caso degli ultimi giorni. Tre persone sono morte all’interno di un supermercato dopo che è scoppiato un incendio: i vigili del fuoco hanno trovato due corpi carbonizzati per poi recuperare un terzo in gravissime condizioni, deceduto poco dopo l’arrivo in ospedale. “Non abbiamo ancora informazioni chiare sulle circostanze dell’incendio – le parole del sindaco della capitale cilena sull’episodio – ma purtroppo dobbiamo segnalare che ci sono tre morti. Non sappiamo se fossero persone che stavano disturbando l’ordine pubblico o persone che lavoravano sul posto”. Sui tumulti e il caos delle ultime ore si è espresso anche il presidente, Pinera, che ha spiegato: “Tutti hanno diritto di manifestare pacificamente e solidarizzo con le ragioni che hanno per farlo. Ma nessuno può minacciare la sicurezza di nessun compatriota. Solo uniti potremo salvare e conservare la nostra democrazia”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



CILE, COPRIFUOCO A SANTIAGO DOPO IL CAOS

In Cile è stato imposto il coprifuoco. La notizia riecheggia stamane su tutti i principali quotidiani nazionali ed esteri, anche perché, come ricorda Repubblica, è la prima volta che accade dai tempi della feroce dittatura imposta da Augusto Pinochet. A indurre l’esercito cileno a proclamare il coprifuoco in quel di Santiago del Cile, sono stati i tre giorni di guerriglia che si sono verificati a causa della decisione del governo di aumentare il prezzo dei trasporti pubblici: una scelta che ha fatto letteralmente infuriare il popolo cileno, che è sceso in piazza ed ha messo a ferro e fuoco il paese. Il presidente Sebastian Pinera, visto quanto accaduto, ha deciso di revocare l’aumento del biglietto, ma nel contempo l’esercito ha optato per il pugno di ferro. Una scelta quasi obbligata anche perché il bilancio a venerdì sera era di tre morti, mentre i feriti non si contano.



CILE, COPRIFUOCO A SANTIAGO: 308 ARRESTI, 150 AGENTI FERITI

La popolazione sarà così obbligata a rimanere a casa dalle ore 21:00 di sera fino alle 7:00 di mattina, dopo di che, potrà riprendere la sua vita quotidiana. Chi sarà costretto a dover uscire durante le ore del coprifuoco, a cominciare dai lavoratori, dovrà ricevere un’autorizzazione speciale, altrimenti non potrà uscire. L’esercito è sceso in piazza ed ha deciso di posizione carri armati e blindati in numerose strade della città, per fare in modo che la misura restrittiva venga rispettata. Tornando alle veementi proteste degli scorsi giorni, le manifestazioni sono iniziate giovedì sera, con atti di vandalismo e saccheggi che hanno messo in ginocchio la capitale cilena; decine di migliaia le persone scese in piazza, alla luce dell’ennesimo rincaro dei biglietti dei trasporti. I danni causati ammontano a circa 200 milioni di dollari, tenendo conto che sono state devastate almeno un’ottantina di stazioni delle metro. 308 gli arresti, mentre i feriti fra i poliziotti sono stati 156.