Il presidente cinese, Xi Jinping insieme al primo ministro Li Qiang, hanno ricevuto mercoledì 24 maggio, a Pechino, il primo ministro russo, Mikhail Michoustine, che il giorno prima aveva partecipato a un business forum Cina-Russia, a Shanghai. Il presidente cinese ha ribadito “consolidare e sviluppare le relazioni Cina-Russia non è stata solo volontà dei popoli, ma anche tendenza della storia”. Dal 1 giugno, la Cina avrà la possibilità di utilizzare il porto russo di Vladivostok per il proprio traffico merci tra il nord e l’est sud del paese.



Da quando la città, in precedenza cinese, fu ceduta all’Impero russo nel 1860, le province settentrionali della Cina, Heilongjiang e Jilin non hanno più sbocco al mare e le loro merci devono percorrere mille chilometri via terra prima di raggiungere un porto a Liaoning. Mosca, che da anni cerca di attirare giapponesi e sudcoreani per rilanciare Vladivostok, sembra ormai rassegnata a far entrare la Cina nel porto, come accadrà dal 1 giugno, quando Pechino potrà passare per Vladivostok senza dazi doganali. La città è molto più vicina geograficamente rispetto ai porti di Liaoning.



L’accordo tra Russia e Cina

“Aprendo Vladivostok, Cina e Russia potranno collaborare maggiormente alla costruzione del porto e allo sviluppo della logistica e rilanciare il dinamismo del nord-est della Cina e la crescita dell’estremo oriente russo” si legge sul China Daily. “Il progetto di utilizzare il porto di Vladivostok non è nuovo”, secondo Alexandre Gabouïev, specialista in Cina presso il Carnegie Center di Berlino. La Russia se ne interessa dal 2015, quando il vice primo ministro Yuri Trutnev è stato incaricato dello sviluppo in Estremo Oriente. Il miglioramento del rapporto bilaterale ha consentito di portare a buon fine le discussioni.



Yang Jin, ricercatore presso l’Accademia delle scienze sociali, ha spiegato sul South China Morning Post: “Poiché il porto ha attività commerciali e militari, Vladivostok è una città molto sensibile per la Russia. Consentire il suo accesso alla Cina è simbolico. Questo è un segnale che la collaborazione cino-russa nell’estremo oriente russo può essere rafforzata”. La congestione dei valichi tra Cina e Russia è aumentata, con il volume del trasporto merci su strada cresciuto del 150% in un anno.