Le relazioni tra Cina e Africa sono ad un punto di svolta storico: dopo 30 anni di sostegni economici, espansione aziendale e prestiti concessi ai Paesi Subsahariani ora da Pechino c’è una netta frenata e un calo di tutti gli investimenti. Il Fondo Monetario Internazionale ha osservato la situazione attuale, pubblicando una nota a ottobre 2023, nella quale si afferma che la tendenza è in forte calo e gli esborsi cinesi rappresentano ormai solo una minima parte di tutti gli importi erogati. Segnalando anche un drastico calo degli accordi firmati per progetti, diminuiti della metà rispetto al 2019.



Il ricercatore Thierry Vircoulon ha confermato al quotidiano Le Monde: “I giorni del denaro facile sono finiti”, e i primi segnali sono stati mostrati in occasione del Forum 2021 sulla cooperazione Cina Africa, che si tiene ogni tre anni a Dakar e nel quale era stata sottolineata la significativa riduzione degli importi concessi a titolo di prestito. Il problema principale è che la Cina sta soffrendo una crisi economica, e vuole evitare di aggiungere ulteriori insolvenze dovute al mancato rimborso da parte dei paesi africani che sono già in situazione di forte default.



Cina riduce prestiti e sostegni in Africa, Fmi: “Segnale di crisi economica di Pechino”

Il Fondo Monetario Internazionale ha chiaramente interpretato la svolta nelle relazioni tra Cina e Africa come un segnale di sofferenza economica di Pechino. D’altronde il paese sta facendo i conti attualmente con una riduzione degli investimenti immobiliari, crisi demografica, disoccupazione giovanile e calo delle esportazioni internazionali. Tutto ciò ha costretto il presidente Xi ha ridimensionare le ambizioni delle “Nuove vie della seta” che dovevano rappresentare il progetto principale d’eccellenza di investimento. La Cina è la seconda economia mondiale ma è anche il principale paese creditore. Con l’alto tasso di insolvenza dei paesi Subsahariani la crisi peggiorerà.



Per questo, il governo di Pechino non vuole rischiare più. Come sostiene il quotidiano Le Monde, questo potrebbe segnare l’inizio della fine della cosiddetta “Cinafrica”, e di un’epoca iniziata dalla necessità di riciclare una grande capacità produttiva unita al fabbisogno delle materie prime delle quali l’Africa è ricca. Ora però come sostengono gli esperti, Pechino deve pensare a salvare le proprie istituzioni finanziarie in difficoltà, allo stesso tempo però dovrà rispettare gli impegni presi al G20 del 2020, aderendo al piano richiesto da Zambia, Etiopia e Ghana per la ristrutturazione dei debiti.