La Cina potrebbe confermarsi ancora una volta tra gli attori principali dietro alla guerra in Medio Oriente e alla crisi nel Mar Rosso, perché dopo l’accusa di rifornire di armi i miliziani di Hamas, ora è accusata di riservare lo stesso trattamento ai ribelli Houthi. Questi ultimi da settimane attaccano le navi mercantili che attraversano il piccolo mare che divide l’Africa dall’Arabia Saudita, chiedendo la fine delle tensioni a Gaza.
Ne consegue, dunque, che la Cina, seppur forse indirettamente, starebbe alimentando la crisi nel Mar Rosso, mentre alcuni stati occidentali (Stati Uniti e Regno Unito soprattutto) hanno avviato una missione contro gli Houthi. I bombardieri angloamericani hanno colpito alcuni obiettivi di proprietà dei ribelli nello Yemen, con conseguente reazione che ha portato ad un attacco contro una nave militare degli Stati Uniti. La Cina, invece, non ha rilasciato commenti sulla crisi nel Mar Rosso, mentre mantiene una posizione piuttosto neutrale sulla guerra a Gaza, chiedendo la fine dell’assedio israeliano, ma condannando anche le azioni di Hamas del 7 ottobre.
Perché la Cina dovrebbe alimentare la crisi nel Mar Rosso
La scoperta che la Cina fornirebbe di armi gli Houthi nel Mar Rosso è stata fatta in seguito all’abbattimento di alcuni obiettivi che hanno permesso di scoprire parte degli equipaggiamenti. Tra questi, oltre a quelli cinesi, ve ne sono alcuni prodotti in Iran, alimentando il sospetto che Teheran potrebbe aver architettato parte degli attacchi, ipotesi più volte smentita dagli esperti USA che non ritengono probabile un coinvolgimento iraniano nel conflitto.
Di certo c’è che la Cina dalla crisi nel Mar Rosso scaturita dagli attacchi degli Houthi potrebbe trarne degli importanti benefici. Di fatto, seppur Pechino utilizzi quella via commerciale marittima, è anche vero che può sempre ricorrere alla Via della Seta. Questa, tuttavia, presenta uno svantaggio importante, ovvero che passa dall’Ucraina, ancora impegnata nella guerra contro la Russia, motivo per cui potrebbero arrivare pressioni da parte della Cina perché si ponga fine a quell’altro conflitto e si inizi anche ad utilizzare la via commerciale cinese, evitando il contraccolpo della crisi nel Mar Rosso. Contraccolpi che presto potrebbero diventare evidenti dato che il Qatar, dagli attacchi compiuti dagli USA nello Yemen, ha interrotto l’invio di petroliere su quella rotta, bloccandone (per ora) cinque.