La Cina sembra aver avuto un ruolo cruciale nelle rivolte che si sono generate lo scorso ottobre in Myanmar, controllato da un governo militare golpista dal 2021. La regione, peraltro, sembra essere sempre più in una posizione critica, perché i numerosi focolai di rivolta stanno mettendo a dura prova l’esercito regolare e golpista, che è supportato dal governo russo e, fino a poco tempo fa, anche da quello cinese.
In altre parole, la Cina avrebbe prima supportato il golpe militare in Myanmar, per poi foraggiare anche i rivoltosi, ora intenzionati a rovesciare la giunta golpista. Le ribellioni, che vanno avanti dal 27 ottobre, stanno rendendo sempre più difficile la situazione per l’esercito regolare, al punto che il presidente golpista Myint Swe ha dichiarato che la nazione rischia “di spaccarsi in molti frammenti”. Il segretario generale dell’ONU, Guterres, invece, ha condannato le gravi violazioni dei diritti umani commesse dall’esercito nel reprimere le rivolte. La Cina, di tutta questa situazione, ha rappresentato la fiamma che ha acceso la minaccia, raccogliendo le istanze popolari ed alimentandole con promesse nei confronti dei rivoltosi.
La crisi in Myanmar e il ruolo della Cina
Insomma, il ruolo della Cina nelle rivolte popolari in Myanmar è stato particolarmente importante, perché ha dato il via attivo agli scontri. La ragione è legata al fatto che Pechino aveva inizialmente supportato il governo golpista perché questo aveva promesso di tenere a bada alcune note famiglie criminali che operano al confine cinese e che erano note per lo sfruttamento della manodopera cinese al fine delle loro attività illecite.
La Cina, tuttavia, resasi conto che il governo golpista del Myanmar continuava a supportare le famiglie criminali, che nel frattempo avevano sedato una rivolta di lavoratori cinesi all’interno di una delle loro basi aprendogli contro il fuoco contro ed uccidendone centinaia, ha chiesto all’esercito ribelle dell’Alleanza nazionale democratica di liberare i cittadini cinesi imprigionati, in cambio del supporto alla liberazione del Myanmar. Nel frattempo, oltre alla rivolta generata dalla Cina nel Nord-Est del paese, il governo golpista si trova a fronteggiare altri eserciti ribelli a Sud, ad Ovest e a Nord-Ovest, con una lenta avanzata verso il centro del paese, dove risiede e governa l’esercito regolare che ha preso il potere ad Aung San Suu Kyi, presidentessa democraticamente eletta.