La Cina ha annunciato un aumento delle spese militari, mentre in realtà la sua economia si sta contraendo sempre di più. Domenica scorsa, il premier Li Keqiang ha prospettato un aumento del bilancio della difesa del 7,2%, una decisione che si inserisce nel contesto delle tensioni con gli Stati Uniti esasperate dall’incidente del “pallone spia” cinese, abbattuto su ordine del presidente Joe Biden. Al contempo durante la vigilia dell’Assemblea Nazionale del Popolo, il più grande incontro politico annuale, Li Keqiang ha annunciato anche l’obiettivo di crescita del PIL: il 5%, una delle percentuali più basse degli ultimi decenni.



Il bilancio delle spese, specie quelle militari, è dunque in crescita, mentre aumenta il debito di Pechino. Il budget che sarà stanziato è previsto in 225 miliardi di dollari, una cifra che da sola costituisce oltre la metà delle spese militari di tutta l’Asia orientale. Come analizza il quotidiano francese Le Figaro, infatti, la Cina potrebbe prepararsi contro le mire degli Stati Uniti su Taiwan. Secondo gli analisti, tuttavia, il bilancio ufficiale sarebbe inferiore a quello effettivamente investito, perché a esso vanno aggiunti gli investimenti nel campo delle nuove tecnologie, dalla corsa allo spazio fino all’intelligenza artificiale.



Spese militari, +7,2% in Cina: “rimediare a difetti esercito russo”

La Cina aumenta il budget per le spese militari, eppure il suo bilancio da capogiro è circa un quarto di quello degli Stati Uniti. Gli USA hanno infatti una spesa di 858 miliardi di dollari, sottolinea Le Figaro. In base ai dati della Banca Mondiale, infatti, nel 2021 la Cina ha destinato l’1,7% del PIL alla difesa, mentre gli USA il 3,5%. Pechino, infatti, considera gli Stati Uniti come principale responsabile delle tensioni geopolitiche a livello globale, a partire dalla guerra in Ucraina. Nel suo discorso, il premier Li Keqiang ha infatti espresso preoccupazione sull’addestramento delle forze armate per un conflitto ad alta intensità. Forze che non vengono impiegate su un campo di battaglia dai tempi della guerra in Vietnam, si legge nel documento ufficiale, e che ora deve “sviluppare una nuova leadership strategica”.



Come ha spiegato un militare occidentale dell’esercito cinese a Le Figaro, Pechino intende porre rimedio allo “stesso difetto dell’esercito russo, caratterizzato da una mancanza di iniziativa da parte degli ufficiali sul campo. E la potenza tecnologica non può compensare la mancanza di esperienza”. Il premier cinese è comunque determinato a “risolvere la questione Taiwan nella ‘nuova era’”, un riferimento al governo di Xi Jinping, “ma dando la priorità alla riunificazione pacifica”, come riporta il quotidiano francese.