La Cina ha dato il via libera all’uso “condizionato” della pillola anti-Covid “Paxlovid” del gruppo americano Pfizer. L’annuncio è giunto direttamente dall’agenzia nazionale del farmaco del Paese orientale ed è stata riferita in queste ore dalle principali agenzie di stampa internazionali. Un provvedimento che segue quello europeo; ricordiamo infatti che il 27 gennaio scorso l’Agenzia Europea del Farmaco (Ema) ha raccomandato l’autorizzazione all’immissione in commercio condizionata per Paxlovid, il farmaco anti-Covid, da assumere per via orale, prodotto da Pfizer.



Questo era stato l’annuncio di Ema, pubblicato con una nota online: “Il comitato per i medicinali destinati ad uso umano (CHMP) dell’Ema ha raccomandato l’immissione in commercio condizionata per il medicinale antivirale orale Paxlovid (PF-07321332/ritonavir) per il trattamento del Covid-19. Il richiedente è Pfizer”. A questo filone si è aggiunta la Cina e secondo l’ANSA potrebbe non essere una mossa casuale…



CINA, OK ALLA PILLOLA ANTI-COVID “PAXLOVID”: MA ANCORA NESSUN VIA LIBERA AI VACCINI STRANIERI

Infatti, come scrive l’agenzia, “la decisione arriva proprio nei giorni in cui Pechino sta ospitando le Olimpiadi invernali e in cui il Paese sta affrontando alcuni piccoli focolai del virus. Le autorità cinesi non hanno comunque ancora autorizzato alcun vaccino straniero contro il Covid-19″.

A spiegare nel dettaglio cosa sia Paxlovid è “Il Resto del Carlino”, che parla di “un farmaco combinato che contiene due principi attivi, in due compresse diverse: l’antivirale Nirmatrelvir(nome di sviluppo PF-07321332) unito al Ritonavir. Il Nirmatrelvir riduce l’abilità di SARS-CoV-2 di moltiplicarsi nel corpo del paziente. Il Ritonavir prolunga l’effetto del primo, aiutandolo a rimanere a lungo in circolazione a livelli che abbiano effetti sulla moltiplicazione del virus”. Anche il professor Matteo Bassetti l’ha descritto brevemente: “Paxlovid è un farmaco che va gestito da mani esperte, perché all’interno c’è il Ritonavir, che abbiamo usato moltissimo già nella terapia contro Hiv-Aids. Quindi è una terapia domiciliare delicata, va fatta prestando attenzione all’interazione con altri farmaci e secondo me andrà gestita dagli ospedali in collaborazione con il territorio”.