La Cina preme per allargare il raggio degli studi sull’origine del Covid-19 anche ad altri Paesi. L’annuncio è arrivata tramite Liang Wannian, responsabile della parte cinese del team di esperti congiunto che è stato convocato dall’Organizzazione Mondale della Sanità (OMS) per indagare sulla questione. Alcune indagini sono già state condotte in Italia e negli Stati Uniti, ma la verità sembra essere ancora lontana dal venire alla luce.
La prossima fase dello studio dell’Oms, in base a quanto riporta Sputnik Italia, riguarderà dunque un gran numero di Paesi, seppure gli occhi rimangano puntati sulla Cina. L’obiettivo, in particolare, sembrerebbe essere quello di individuare le zone del mondo in cui vivono i pipistrelli ferro cavallo (Rhinolophus ferrumequinume) e i pangolini (formichieri squamosi), che potrebbero essere stati la causa della trasmissione del Covid-19 dall’animale all’uomo, nonché gli Stati in cui le positività al virus sono state registrate nei mesi antecedenti alla scoperta del primo caso ufficiale e che potrebbero avere rifornito il mercato di Wuhan attraverso la catena del freddo. “La proposta – ha detto Liang Wannian – riguarda anche paesi come Stati Uniti e Italia, dove, pare, siano stati riscontrati casi di Covid-19 già prima dell’epidemia nella città cinese di Wuhan”.
Cina ci prova “Studi su origine Covid in più Paesi”. Gli studi dell’Oms
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) concorda sulla Cina in merito alla necessità di condurre gli studi sull’origine del Covid-19 in più Paesi. Italia e Stati Uniti sono tra quelli che, finora, hanno collaborato in maniera più efficiente al fine di individuare il periodo esatto in cui il virus è stato trasmesso per la prima volta dall’animale all’uomo.
“I miei dati indicano un periodo tra settembre e dicembre 2019”. Lo ha detto il genetista inglese Peter Forster, il quale ha condotto alcuni studi in merito. Sembrerebbe ormai assodato, al di là della data precisa, che il Covid-19 circolasse nel mondo ben prima del focolaio di Wuhan. In Italia, infatti, i primi tamponi positivi – registrati a posteriori – sarebbero emersi in Lombardia già da fine giugno a inizio agosto 2019. La ricerca in questione, tuttavia, non è stata sottoposta a revisione paritaria. Negli Stati Uniti, invece, sono state scoperte infezioni precoci in animali diversi dai pipistrelli, tra cui il cervo dalla coda bianca. La strada verso la verità, ad ogni modo, è ancora lunga.