Contadini reclutati forzatamente per assemblare gli iPhone
Secondo un preoccupante allarme lanciato dal quotidiano Financial Times Europe, le autorità cinesi starebbero reclutando forzatamente dei contadini dai villaggi rurali della Cina per assemblare gli iPhone nello stabilimento Foxconn a Zhengzhou, il più grande ed importante al mondo proprio per la produzione dei cellulari di Apple. Si tratta di una situazione particolarmente delicata perché sembra essere quasi un segnale di un’importante crisi produttiva del prodotto di punto della Mela, a pochissima distanza dalle feste natalizie.
Infatti, normalmente allo stabilimento Foxconn in cui sono stati reclutati i contadini per assemblare gli iPhone, lavorano più di 200 mila persone, e il solo export dei cellulari Apple rappresenta il 60% delle esportazioni totali della regione cinese di Henan (in cui si trova la mega fabbrica). Tuttavia, a causa delle stringenti regole contro il covid adottate dal governo cinese, recentemente si è verificato una sorta di esodo di massa dallo stabilimento, con i lavoratori che sono arrivati anche a scappare scavalcando i cancelli. Un fatto piuttosto grave, tanto per i diritti dei lavoratori cinesi, quanto per gli interessi economici che gli investitori avrebbero nelle vendite natalizie di iPhone che potrebbero subire un grave tracollo se lo stabilimento non tornasse a produrre a pieno regime.
Maxi fuga dallo stabilimento degli iPhone
Quello che starebbe succedendo nello stabilimento di Zhengzhou sembra essere, insomma, piuttosto grave ed altro non sarebbe che lo specchio di un problema ancora più grosso che da tempo immemore affligge il modello lavorativo cinese. Infatti, nella mega fabbrica in cui si assemblano gli iPhone, e nella quale da ora lavoreranno i contadini reclutati forzatamente dalle autorità, la situazione è iniziata a tracollare a metà ottobre circa. In quell’occasione avevano iniziato a circolare parecchio sui sociali video e foto dei dipendenti di Foxconn intenti a scappare in ogni modo dalla fabbrica.
La ragione della maxi fuga, che ha costretto a ricorrere ai contadini per assemblare gli iPhonescarse e pessime condizioni igieniche, sanitari e sociali all’interno delle mura.
Non è chiaro nel complessivo quanti siano scappati dallo stabilimento dei 200 mila dipendenti che ci lavoravano, ma alcune fonti citate da Wired parlano di una perdita di produzione pari a circa il 30%. Un grave danno d’immagine per Foxconn, ma anche per la Apple che su quella linea produttiva specifica punta tutto, affidandogli addirittura la gestione di iPhone 14 e 14 Pro, i due prodotti di punta di questa generazione. Insomma, per correre ai ripari le autorità cinesi hanno preferito optare l’assunzione forzata dei contadini che, senza conoscenze tecniche o informatiche, da oggi assemblano gli Iphone.