In Cina il divorzio può essere sostanzialmente negato alle donne anche in caso di maltrattamenti. La legge del Paese prevede e disciplina infatti il cosiddetto divorzio consensuale, secondo cui i coniugi che volontariamente decidono di separarsi possono presentare da sé istanza senza ricorrere all’intermediazione dell’autorità giudiziaria. La situazione si complica, però, nel caso in cui non ci sia volontà di entrambi i diretti interessati.
A farne le spese, nella maggior parte di questi casi, sono le donne, che rimangono vincolate ai loro mariti. Gli episodi per cui delle mogli non riescono a separarsi dai loro mariti, anche in caso di tradimenti o maltrattamenti, come riportato da La Stampa, sono numerosi. È per questo motivo che rifiutando di continuare a vivere con un uomo che non le fa stare bene, fuggono per rifarsi una vita, nonostante non abbiano ancora ottenuto il divorzio. I rischi a cui vanno incontro sono notevoli, soprattutto nell’evenienza in cui i rapporti con l’uomo siano compromessi.
Cina, divorzio negato anche con maltrattamenti: le accuse di bigamia
In Cina le donne a cui viene negato il divorzio – anche a causa di maltrattamenti o tradimenti – spesso, come riportato da La Stampa, fuggono e iniziano nuove relazioni con altri uomini, seppure legalmente siano ancora sposate. È così che i loro mariti, per vendicarsi, le accusano del reato di bigamia. Alcune di loro vengono arrestate.
A marzo una donna di nome Yang pare sia stata condannata a sei mesi di carcere per questo motivo da un tribunale della contea di Sansui, nella provincia sud-occidentale del Guizhou. Due mesi dopo, sempre lo stesso tribunale, ha condannato una donna di nome Pan a quattro mesi di carcere per il medesimo motivo. Il tutto nonostante il diritto penale cinese stabilisca che i casi di bigamia possono essere perseguiti solo entro cinque anni dal reato. In entrambi i casi invece le nuove storie andavano avanti da decenni. Nel caso di Yang, da questa è nata anche una figlia. Ciò non è bastato però a convincere i giudici.