Una minoranza, per così dire, visto che in Cina con le sue dimensioni è impossibile trovare minoranze come le consideriamo noi. Sono gli uiguri, dieci milioni di persone che vivono in quello che i cinesi definiscono Turkistan, una popolazione di origine turca e di religione musulmana. E questo naturalmente è intollerabile per il regime comunista di Pechino. Gli uiguri sono infatti fieri difensori della loro cultura e religione e non accettano i classici metodi di rieducazione dei cinesi imposti a tutte le minoranze, cristiani e dissidenti politici. L’agenzia di stampa Asia News insieme al Foglio, ad Aleteia e AGCNews ha denunciato quello che è un autentico genocidio in atto, benché i governi occidentali sappiano benissimo quello che accade. Scrive Asianews che “Secondo i dati prodotti dallo studioso tedesco Adrian Zenz, confermati poi dalle Nazioni Unite, oltre un milione di uiguri (su una popolazione di quasi 10 milioni) e altre minoranze turcofone di fede islamica sono detenuti in modo arbitrario nello Xinjiang, che la locale popolazione chiama “Turkestan orientale”. 



CONTROLLO DELLE NASCITE A OGNI COSTO

Il lavoro di Zenz si basa su dati ufficiali, documenti governativi e testimonianze dirette. Il ricercatore tedesco sostiene che le autorità di Pechino obbligano le donne uigure a interventi chirurgici di sterilizzazione o a cure per bloccare il ciclo mestruale. Zeno lo definisce genocidio demografico: “Se si rifiutano di abortire per rispettare i limiti di due figli per famiglia, esse sono rinchiuse nei campi di internamento. Gli amministratori locali, soprattutto nelle aree rurali, sottopongono le uigure in età fertile a controlli ginecologici obbligatori”. Le donne turcofne sono obbligate ad assumere anticoncezionali, indagini mediche, bbligate non solo a sottoporsi a continui controlli ginecologici, ma persino a subire la sterilizzazione forzata o se “le cose” sono già ben avviate a subire l’aborto. Ragazzi in età scolastica sono invece obbligati ad andare in scuole dove si censura completamente la loro appartenenza culturale e vengono indottrinati al comunismo.

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