Il Giappone, nonostante la reticenza, tra gli altri, di Cina e Corea del Sud, ha dichiarato che proseguirà con il piano di smaltimento delle acque di Fukushima. Annunciato diversi anni fa, il piano ha ottenuto l’approvazione anche da parte dell’organismo di vigilanza nucleare delle Nazioni Unite (ovvero l’AIEA, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica), dando concretamente il via libera, che porterà ai primi sversamenti giovedì.



Il piano per le acque di Fukushima, a cui si sono opposti diversi critici, tra cui Cina e Corea del Sud, prevede lo smaltimento del sistema di raffreddamento della centrale nucleare, distrutta nel tragico incidente del 2011. In quell’occasione, a causa di condizioni meteorologiche particolarmente avverse, culminate con uno tsunami, la centrale fu gravemente danneggiata, portando all’evacuazione immediata dell’area. Ora, a distanza di 12 anni, per mantenere freddo l’impianto di Fukushima, il reattore viene quotidianamente irrorato pompando acqua sopra alle barre di combustibile. L’effetto è che ogni giorno l’impianto produce acqua contaminata, immagazzinata in appositi serbatoi (attualmente sono circa mille quelli completamente pieni). Così, il Giappone ha pensato di scaricare quei serbatoi, previa ovvia filtrazione dell’acqua nucleare, nell’Oceano Pacifico, con un piano che durerà circa 30 anni.



Fukushima: l’opinione degli esperti, della Cina e della Corea del Sud

Insomma, il Giappone sostiene che il suo piano per le acque di Fukishima è completamente sicuro, sottolineando che dopo il trattamento rimangono solamente residui di trizio e carbonio-14, ma a livelli ritenuti accettabili per gli standard fissati dalle Nazioni Unite. Opinione, peraltro, confermata anche dagli esperti dell’AIEA, che dopo una valutazione sulla sicurezza condotta su due anni, hanno dato il loro via libera al piano.

Di altro avviso, in merito al piano di Fukushima, sono invece alcuni esperti, tra cui le stesse Nazioni Unite, gli ambientalisti, la Cina e la Corea del Sud. Alcuni esperti ONU e gli ambientalisti, infatti, ritengono che vi siano troppi punti critici nel piano, dato che l’azienda promotrice della filtrazione dell’acqua radioattiva, è la stessa che non riuscì ad impedire l’incidente del 2011. Inoltre, si ritiene che una volta avviato il piano, se qualcosa andasse storto dalle successive analisi sull’acqua marina, sarebbe troppo tardi per tornare indietro.



Accesa anche la reazione di Cina e Corea del Sud in merito al piano di Fukushima. Il dragone, infatti, ritiene la scelta irresponsabile, sottolineando che viola “gli obblighi morali e legali internazionali”, promettendo anche “conseguenze”. Seul, invece, dopo una prima adesione e approvazione al piano, ha dato adito ai timori del popolo, all’80% contrario al piano, varando anche una legge per ispezionare meticolosamente i prodotti ittici provenienti dall’Oceano, e vietando le importazioni di pesce dal Giappone.

Giappone: “Il piano per Fukushima è sicuro, sarà tutto fatto con trasparenza”

Ovviamente, tra i critici per il piano di Fukushima, è intervenuto anche il governo del Giappone, promotore e forte sostenitore dell’iniziativa. Le autorità giapponesi e la società di filtrazione hanno sottolineato che si tratta di un progetto sicuro, spiegando per filo e per segno il processo di filtrazione e garantendo la massima trasparenza. Non è mancata, però, anche una stoccata alla Cina, accusata di sversare (legalmente) in mare le acque dei suoi impianti nucleari con livelli di radioattività ben maggiori di quelli previsti (dati controllati e verificati, peraltro, dalla BBC).