Mentre il governo dello Zimbabwe non può che esultare davanti all’ennesimo debito cancellato dalla Cina, con la Russia che non ha ancora stanziato i 90 milioni promessi lo scorso luglio per lo sviluppo dell’Africa, gli osservatori internazionali ricominciano a parlarla della cosiddetta ‘trappola del debito‘ che Pechino starebbe usando per tenere sotto scacco l’interno continente africano. Gli ultimi anni, infatti, sono stati pieni di annunci sempre più pomposi e marcati da parte sia della Russia che della Cina, che cercando di apparire come ‘generose’ agli occhi dell’Occidente e (soprattutto) dei governi dell’Africa, hanno stralciato migliaia e migliaia di dollari di debiti.



Lo Zimbabwe, in tal senso, è stato solo il primo di una (probabilmente lunga) lista di paesi che nei prossimi mesi si vedranno azzerati gli importi che devono restituire a Pechino e Mosca, con una campagna di condoni che va avanti ormai da un paio di anni: si noti la concomitanza tra gli stralci e lo scoppio della guerra in Ucraina, quando Cina e Russia sembrano aver aumentato le ingerenze verso l’Africa, sempre più lontana dai (così ci considerano) ‘coloni’ occidentali. Ignoto (come nella maggior parte di questi casi) l’importo condonato allo Zimbabwe, mentre secondo il sito AfricaNews è noto che il debito nazionale complessivo (contratto con cinesi, russi, americani ed europei) è di oltre 12,7 miliardi, alla fine del 2023.



Il report: “Cina e Russia hanno stralciato, in Africa, debiti per oltre 3 mld”

Andando oltre a questo primo condono nel 2024, anticipavamo che si potrebbe trattare solamente di un primo passo in una lunga più lunga serie di debiti che verranno cancellati in tutta l’Africa, sia da parte della Cina, che della Russia. Lo scorso anno (e torniamo ai 90 milioni promessi da Putin in persona) il governo russo ha cancellato in totale 23 miliardi di dollari, non è chiaro a beneficio di quanti (e quali) paesi africani; mentre poco prima era stata la clemenza di Pechino a condonare altri 4,5 milioni contratti dall’Etiopia. Ancora prima, nel 2022, in assenza di proclami da parte della Russia, la Cina aveva fatto sapere di aver cancellato dai libri contabili 23 debiti nei confronti di 17 paesi, per un importo mai reso noto.



Mosse che potrebbero far pensare (effettivamente) ad un tentativo russo-cinese si aiutare lo sviluppo africano, ma che (notava già nel 2022 il quotidiano Today) riguarda solamente quei debiti senza interessi, conferiti proprio nell’ottica dell’insolvibilità del debitore. Un’interessante ricerca in merito fatta dalla Hopkins University dimostra che negli ultimi 2 decenni la Cina (la Russia non figura quasi mai nelle indagini simili) ha condonato all’Africa debiti per oltre 3,4 miliardi di dollari e, nello stesso periodo, ha concesso anche altri 130 miliardi di prestiti: due dati emblematici di quanto i debiti cancellati siano solo una parte minima (quasi infinitesimale) del totale.

Cos’è la trappola del debito cinese in Africa

Se da un lato, dunque, i condoni sono certamente positivi, dall’altro molti critici ritengono che siano solamente abili mosse politiche, più che reale generosità, che alimentano la supposta ‘trappola del debito‘ russo-cinese, abilmente sintetizzata dall’ex vicepresidente americano Mike Pence come un’offerta di “centinaia di miliardi di dollari in prestiti infrastrutturali” utili ad “espandere la loro influenza” in Africa (riferendosi a Cina e Russia), intrappolando i governi in debiti che non riusciranno mai a saldare. Così facendo, oltre ad assicurarsi un ampio sostegno politico, Cina e Russia diventano gli unici stati a corrispondere ancora veramente agli africani che, eccessivamente indebitati, non godono della fiducia dei burocrati occidentali.