Aumenta il timore dell’Occidente nei confronti della nuova forte alleanza che si è venuta a creare fra la Cina e la Russia, ed in particolare, la possibilità che le due superpotenze possano allungare i propri tentacoli anche sulle regioni dell’Artico, dove abbondano le risorse naturali. A fare luce sulla questione è stamane il Financial Times, sottolineando che alti politici occidentali starebbero esprimendo i propri timori circa il fatto che “l’eccezionalismo artico”, quando la regione polare era isolate dalle tensioni, sarebbe ormai finita. Il Consiglio Artico, il principale organo della regione, ha smesso di cooperare con la Russia dopo l’invasione dell’Ucraina avvenuta 470 giorni fa.



“Non può più essere come prima”, ha spiegato Jonas Gahr Store, il primo ministro della Norvegia che ha assunto la presidenza del Consiglio artico lo scorso mese. Il ministro degli Esteri finlandese Pekka Haavisto si è detto invece preoccupato che si possa venire a creare “un Artico senza regole, o un’area artica con nessun obiettivo comune per il cambiamento climatico. Sarebbe una zona gratuita da usare per rotte di spedizione per le materie prime”. Così invece un politico anziano: “La preoccupazione maggior è che la Russia e la Cina facciano il loro genere Consiglio Artico”.



CINA E RUSSIA, LE MANI SULL’ARTICO: I TIMORI DELL’OCCIDENTE

La Russia, nel frattempo, ha minacciato di non rientrare più nel Consiglio, così come spiegato da Nikolai Korchunov, il presidente precedente al ministro norvegese, dopo che Mosca non è stata invitata a partecipare alle riunioni degli ultimi tempi: “Non invitare i rappresentanti della Russia agli eventi del Consiglio Artico significherebbe una violazione dei suoi diritti come membro paese, e in questo caso difficilmente lo farebbe possibile per il nostro Paese continuare partecipando alle attività di questo organizzazione”, le parole all’agenzia di stampa Tass.



In ogni caso l’esclusione della Russia, per semplice conformità geografica, risulta essere un po’ controsenso, così come spiegato ancora da un anziano politico dell’Artico: “Promuovere un Artico senza Russia non ha senso occupandone il 40 per cento. Dall’altra parte ora come ora non possiamo cooperare con la Russia”. Un vero e proprio dilemma.