Mentre il mondo (mediatico) si concentra sulla semi-presenza della Cina all’ultimo G20, lamentando la mancanza di impegno del leader Xi Jinping contro il surriscaldamento climatico, un “brivido sinistro” arriva da Pechino dopo aver letto l’ultimo messaggio lanciato dal Ministero del Commercio direttamente alle autorità locali e alla popolazione. «Fate scorte adeguate di cibo per l’inverno»: sono bastate queste poche parole per scatenare il panico e la preoccupazione nei pochi finora che si sono accorti di tale proclama.
Dalla possibile nuova ondata di Covid-19 ben più devastante degli ultimi mesi alla possibilità di un inverno particolarmente rigido, passando per la ben più inquietante possibilità di una guerra ad ampio raggio contro Taiwan e gli Stati Uniti, che si sono detti pronti a difendere l’isola al largo della Cina in caso di attacco di Pechino. Al momento non ci sono motivazioni i particolari addotte all’avviso scattato ieri, se non queste indicazioni rilasciate dal Ministero: «si invita le famiglie a fare scorta di un certo quantitativo di beni di prima necessità per soddisfare le esigenze quotidiane e in caso di emergenze».
ALLARME DALLA CINA: COSA SUCCEDE
Alle autorità locali sparse per l’intera Cina è stato poi chiesto dal regime comunista di Xi Jinping, senza dare anche qui spiegazioni, di garantire nei prossimi mesi «forniture, prezzi stabili e avvisare tempestivamente in caso di difficoltà di approvvigionamento». I focolai del Covid, piccoli finora, preoccupano Pechino in vista delle Olimpiadi Invernali in partenza il 4 febbraio 2022: preoccupazioni e conseguenze a catena in tutto l’Occidente, dai mercati fino alle cancellerie e sedi intelligence. Non solo Covid infatti potrebbe celarsi dietro la richiesta di “scorte” insolita fatta dalla Repubblica Popolare cinese: nuove pandemie? Tensioni internazionali? O per l’appunto una guerra dagli esiti imprevedibili con Taiwan? Le ipotesi sono diverse e al momento nessuna ha piena “supremazia” sulle altre…