I giovani cinesi riscoprono la spiritualità. Nello Yunnan, c’è una fila cospicua per entrare nel Tempio dei Lama, che ormai sembra essere pronto a tornare alla folla del periodo pre-pandemia. Sono tanti i volti giovani: poco più che ventenni, coppie o amici, hanno sostituito le famiglie e gli anziani che una volta erano il target principale del tempio. Si va lì per pregare: per la propria carriera, per i genitori o per chiedere un aiuto negli esami universitari. Sulla piattaforma Xiaohongshu, ormai in tanti elogiano il rituale di visita al tempio.



“Ci sono molti più giovani rispetto a prima del Covid” spiega Tian Cheng, 24 anni, del Gansu, che ha ripreso in mano la tradizione della nonna, che i suoi genitori si erano lasciati alle spalle. “I giovani affrontano molte pressioni: devono trovare un lavoro, comprare un appartamento e sposarsi all’età richiesta”, spiega ancora. Dopo la fine delle restrizioni, in Cina si respira una rinnovata libertà e i santuari sono tra le mete più importanti.



Il governo contro il ritorno alla spiritualità

Come sottolinea Le Figaro, in Cina le prenotazioni dei biglietti per i santuari sono aumentate del 310% all’inizio dell’anno: quasi il 50% erano millennial a febbraio, secondo l’agenzia online Ctrip. “Ci sono molti più giovani rispetto a prima del Covid“, spiega anche un venditore ambulante vicino all’ingresso di un tempio. I censori del regime comunista ateo, però, non concordano con il rinnovato ritorno alla spiritualità in Cina. Il Beijing Times, quotidiano cinese, a marzo scriveva: “Se alcuni giovani ripongono la loro speranza negli dei, un tale percorso di vita è ovviamente una deviazione”.



In Cina preoccupa anche il tema della disoccupazione giovanile: un numero crescente di laureati fatica a trovare un lavoro all’altezza delle proprie aspettative. La disoccupazione dai 16 ai 24 anni ha sfiorato il 20% a marzo, nonostante la ripresa post Covid. “I giovani stanno affrontando molte più pressioni rispetto a dieci anni fa”, spiega un visitatore al tempio. Così, mentre il governo esorta i giovani a “rimboccarsi le maniche” e mettere su famiglia per aumentare la natalità, questi si rispecchiano sempre più nella spiritualità. “Qui è l’unico posto dove ci sentiamo liberi, e dove non possono controllare i nostri pensieri”, spiega Alan, 26 anni, davanti all’altare dove ha appena portato i suoi doni. Si tratta di una valvola di sfogo di fronte ad una realtà sempre più dura.