Mike Carpenter, ambasciatore USA presso l’Osce, ovvero l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, nonché uno dei collaboratori più vicini a Biden, ha parlato sulle pagine di Repubblica delle più grandi sfide che attendono l’Occidente nell’immediato futuro. Si tratta, soprattutto, del ruolo della Cina nell’economia mondiale e dell’aggressione all’Ucraina da parte della Russia, che andrebbe fermata con ogni mezzo possibile.



Partendo dalla Cina, l’ambasciatore USA sottolinea, immediatamente, che il Partito “usa vari strumenti per influenzare i Paesi occidentali e comprare infrastrutture strategiche“. Una situazione che diventa problematica se si considera che “le compagnie occidentali non hanno lo stesso accesso alle infrastrutture strategiche di Pechino“, oltre alla fitta “storia [della Cina] di abusi delle operazioni finanziarie“. Complessivamente, l’ambasciatore USA ritiene importante “essere molti vigili nel creare troppa dipendenza dalla Cina, perché abbiamo visto che spesso porta con sé corruzione e obblighi politici”.



Ambasciatore USA: “L’Ucraina va sostenuta”

Passando oltre, l’ambasciatore USA Carpenter parla poi dell’Ucraina e della Russia, in guerra da più di un anno. Sottolinea, in particolare che “tutti vogliamo la pace”, ma di contro “nelle circostanze attuali non dobbiamo dimenticare i gulag nei territori occupati dalla Russia, dove stanno avvenendo alcuni dei più efferati crimini di guerra” e che, se il conflitto finisse ora, o troppo presto, “continuerebbero la loro attività”.

“Se consentissimo alla Russia di continuare questa aggressione”, continua l’ambasciatore USA, “apriremmo la porta a un mondo dove non ci sono più le regole nel sistema internazionale, la forza ha ragione e qualunque cosa può avvenire. La Russia non rispetta la Convenzione di Ginevra e sta commettendo atroci crimini contro l’umanità” sostenendo con forza la necessità che tutti gli alleati Nato lavorino affinché si preservi quel sistema di regole. “È vitale”, conclude l’ambasciatore USA, “perseguire chi viola le sanzioni, per non mettere la Russia in grado di ricostituire la sua base militare e industriale e attaccare l’Ucraina in futuro. Le sanzioni hanno avuto successo, ma non sono una tantum: richiedono costanti modifiche per contrastare chi le aggira”.