La Cina sta lavorando allo sviluppo di “cyber-bombe” in grado di paralizzare i satelliti di altre nazioni. Gli Stati Uniti lo sanno bene, infatti la notizia è trapelata dai dossier top secret Usa diffusi su Discord. Il governo cinese, dunque, starebbe sperimentando delle tecniche per compromettere i sistemi orbitanti da cui dipendono comunicazione e navigazione, oltre che gli apparati di puntamento di missili e droni. Di questa minaccia si discute da anni, ma in virtù delle recenti evidenze appare molto reale. Uno dei rapporti è stato visionato dal Financial Times, secondo cui c’è un resoconto della Cia sui piani della Cina per «prendere il controllo» dei satelliti «bloccandoli, sfruttandoli o dirottandoli».
Il rischio appare concreto, anche alla luce di quanto accaduto con la guerra in Ucraina, visto che il conflitto militare è arrivato anche fuori dall’atmosfera. Inoltre, la Russia, poche ore prima dell’invasione, ha scatenato attacchi cyber per mettere fuori uso le centrali informatiche che gestiscono i satelliti, mirando a Viasat, operatore Usa. Per l’Ucraina è stato «un colpo catastrofico», perché sono andati in tilt centinaia di migliaia di terminali usati dalle forze armate.
CINA SI PREPARA ALLA “GUERRA SPAZIALE”?
Stando a quanto raccolto dal Financial Times, i virus usati da Mosca avrebbero contagiato pure l’infrastruttura di altre nazioni, tra cui l’Italia, provocando ad esempio la paralisi di centinaia di generatori eolici in Germania. In aiuto di Kiev sono arrivati poi i satelliti SpaceX di Elon Musk, contro cui si è scatenata la risposta russa. Gli apparati mobili di jamming Tirada-2, infatti, mandano ondate di segnali sulle stesse frequenze per mandarne in tilt il funzionamento. In tutto il mondo è partita la ricerca a soluzioni tecnologiche per proteggere i satelliti dalle incursioni informatiche. Ad esempio, Taiwan sta analizzando le attività della Russia in Ucraina per capire come proteggere le reti di trasmissione. Nel frattempo, cresce il numero di satelliti militari usati dall’Esercito cinese. Negli ultimi sei mesi ne sono stati lanciati 35, quindi ora ci sono 347 apparati in orbita per sorvegliare ed eventualmente colpire le forze Usa, stando alle informazioni presentate al Congresso dal generale Chance Saltzman, comandante della Space Force Usa. «La Cina continua in modo aggressivo a investire tecnologie destinate a disturbare, ridurre e distruggere le nostre capacità spaziali», ha avvertito.