Secondo il Financial Times la Cina starebbe testando un “super razzo”, un missile ipersonico in grado di portare armi convenzionali ma anche atomiche da un capo all’altra del mondo. Ma per Edward Luttwak, politologo e stratega militare con un passato al Pentagono e alla Casa Bianca, si tratta di un falso allarme: “Sono altre le cose di cui Joe Biden dovrebbe preoccuparsi”, spiega senza troppi giri di parole parlando con le Formiche.net. Quindi Luttwak aggiunge: “Siamo in una stagione di allarmismo tecnologico. I missili ipersonici esistono da decenni. Hanno un vantaggio: vanno molto veloci. E uno svantaggio: sono talmente veloci che è difficilissimo puntare un obiettivo in movimento. Puoi usarli per colpire un target fisso, ma ci sono altri venti modi per farlo”.



Secondo l’esperto si tratta di una tecnologia in circolazione fin dagli anni ’60: “La stessa ex Urss ha sviluppato i Mig25 all’inizio degli anni ’80. La gara di velocità non funziona sempre. E infatti negli anni è stata abbandonata: l’F-15 aveva una velocità 2,4 volte superiore al suono, l’F-16 solo 1.6”. Secondo Luttwak il vero problema sta nel fatto che i media occidentali subiscono il fascino del mito cinese: “Peccato che la realtà sia un’altra. I cinesi in campo militare sono sempre stati sconfitti, fin dai tempi dell’invasione mongola. Per loro fortuna hanno in Occidente un coro di persone che canta le lodi della grande strategia militare di Sun-Tsu e diffonde isterismo”. Quindi, di nuovo a sottolineare l’eccessivo allarmismo, l’ex dipendente del Pentagono e della Casa Bianca, aggiunge: “La Cina è 15-20 anni indietro. Gli allarmi che dovrebbero preoccupare la Casa Bianca sono altri”.



EDWARD LUTTWAK: “HUAWEI? IL CHIP CINESE PIU’ RECENTE HA 20 ANNI”

Anche nei confronti della tecnologia cinese non militare Luttwak ha qualche dubbio: “Huawei? Tre anni fa a Davos ha lanciato il sistema su chip Kirin 980 presentandolo come il futuro, e preannunciando la sconfitta delle concorrenti Samsung e Apple. Ma hanno omesso un dettaglio. Erano dell’inglese Arm e della taiwanese Tsmc. Infatti Trump ha alzato un dito e il secondo dopo Huawei non aveva più i chip. Povero Xi: gli avevano assicurato il sorpasso ma era una balla. E ha scoperto che il migliore chip cinese risale a 20 anni fa”.



Infine, sul caso Taiwan, da sempre spina nel fianco di Pechino, Luttwak conclude: “Xi in questo momento è nei guai, e quindi potrebbe essere tentato da un’avventura militare. Ha raccontato balle al popolo cinese, promettendo un’egemonia tecnologica che non è mai arrivata. Oggi si ritrova Tang Ping, il movimento di massa dei giovani “sdraiati”. Il governo dice loro di lavorare 9 ore al giorno per sei giorni per fare la “grande Cina”, loro per tutta risposta se ne stanno a casa, e lavorano il minimo per sfamarsi. Gli Stati Uniti risponderebbero a un attacco? Sì, in modo feroce. Se i cinesi invadono Taiwan, si ritroveranno ricoperti da un tappeto di bombe”.