La Cina guarda con interesse all’Afghanistan. Ne è certo il due volte ministro degli Esteri Franco Frattini, il quale ha rilasciato un’intervista ai colleghi de “Il Tempo” per descrivere in maniera dettagliata lo scenario che si sta palesando in landa mediorientale a seguita dell’irrefrenabile avanzata talebana. Secondo il politico, un’alleanza “diabolica” Cina-Pakistan lavora per consegnare l’Afghanistan proprio al Paese del Dragone e, a tal proposito, la comunità internazionale “non può abbandonare l’Afghanistan. La Cina ha un interesse vitale lì, di cui nessuno parla. In quel Paese c’è la riserva di minerali sotterranei maggiore del mondo. Nel momento in cui i cinesi si impadroniscono, legalmente, delle concessioni minerarie afghane, mettono India e Giappone con le spalle al muro, mettendo di conseguenza con le spalle al muro l’intero Occidente”.



Ecco allora che occorrerebbe dare vita a una convergenza tra tutte le regioni afghane che vogliono una stabilità e anche l’Italia sarà costretta, secondo Frattini, a fare rientro in Afghanistan, anche se non con gli eserciti di prima, bensì con un aiuto costante, permanente, quello che gli europei chiamano “soft power”: “Dovremo poi avvalerci di Russia, Paesi Arabi e India, Stati in grado di dire alla Cina e al Pakistan ‘Basta, ora si parla’”.



FRATTINI: “AFGHANISTAN? UN CLAMOROSO ERRORE DELLE AMMINISTRAZIONI AMERICANE”

Frattini, su “Il Tempo”, ha poi aggiunto che è lecito parlare di sconfitta di Joe Biden e, più in generale, dello storico e clamoroso errore delle amministrazioni americane degli ultimi anni, a partire dagli annunci trionfanti di Donald Trump, che parlava di “accordo fatto con i talebani”. Da qui, il ritiro delle truppe USA dall’Afghanistan: “Certo, Biden ha sbagliato tutto in questa fase, seguendo i tempi dettati da Trump. Il presidente doveva calibrare la tempistica”.



Per quanto concerne il pericolo terrorismo, a detta dell’ex ministro, per il momento, si possono dormire sonni tranquilli, in quanto oggi i talebani non hanno la forza di sferrare un attacco terroristico in Occidente, ma cosa accadrà da qui a cinque anni? “L’Isis non sta con le mani in mano – ha affermato Frattini –. E se per caso facessero un accordo e si dessero coperture reciproche?”. Per ciò che concerne l’allarme profughi, ne arriveranno sicuramente in grandi quantità, anche se l’intervistato evidenzia che molti di essi non ce la faranno, perché devono attraversare le zone più pericolose del mondo. “D’altronde – ha chiosato –, quando alcune ambasciate come quella turca e tante altre, rimangono aperte per i visti, è chiaro che si prospetta una grossa ondata di profughi”.