Il ministro dell’Industria marocchino, Ryad Mezzour, laureato in ingegneria a Zurigo e con esperienze in ABB e Suzuki e un incarico di tre anni come vice della commissione «Green economy» dell’associazione locale degli imprenditori, ha familiarità con il mondo dell’automotive. Per questo ora il Marocco sembra volersi aprire al settore e in particolare agli investimenti della Cina per la produzione di batterie per l’auto elettrica, con l’0biettivo di rifornire soprattutto i mercati di Ue e Usa. Il gigante cinese dei materiali per batterie Cngr Advanced Material ha comunicato un accordo di collaborazione da 2 miliardi di dollari con Al Mada, holding controllata dalla famiglia reale marocchina. L’investimento porterebbe ad un impianto di materiali catodici, pronto nel 2024. Sarà in grado di “fornire materiale per oltre un milione di auto elettriche ogni anno” come si legge nel comunicato diramato dalla Cngr.



La sede sarà quella di El Jadida, scalo portuale che offre “vantaggi geografici” per i flussi di export oltre i confini nordafricani, come sottolinea Il Sole 24 Ore. Non è però l’unico accordo di questo tipo. Gotion-Hi Tech, conglomerata sino-europea quotata sia a Shangai che Zurigo, ha siglato un memorandum of understanding con l’agenzia marocchina per gli investimenti e lo sviluppo dell’export a giugno per la “costruzione di un’ecosistema industriale per le batterie per vetture elettriche e i sistemi di accumulo dell’energia”. L’investimento previsto è di 65 miliardi dirham marocchini, pari a 6 miliardi di euro. Inoltre, creerà 25mila posti di lavoro nella capitale Rabat. Investimento da 280 milioni di dollari per la connazionale Tinci Materials per uno stabilimento che produrrà e commercializzerà materiali per le batterie a ioni di litio.



Cina produce batterie per le auto elettriche in Marocco: il motivo

Perché la Cina investe sul Marocco? Sono vari i fattori che favoriscono gli scambi per la produzione di batterie per le auto elettriche. A spiegarlo è stato Nasser Bouchiba, presidente dell’Africa China Cooperation Association for Development al Sole 24 Ore: “I fattori chiave sono sicuramente la posizione strategica verso l’Europa, la stabilità politica e i forti legami coltivati fra Rabat e Pechino”. Un altro motivo riguarda la ricchezza materiale del Marocco che possiede un patrimonio vasto di cobalto e soprattutto fosfato, l’ingrediente alla base delle batterie al litio-ferro-fosfato per le auto elettriche. Secondo il Middle East Institute, un centro studi, il Marocco detiene oltre il 70% delle riserve globali di fosfato. Il Paese di Rabat, infatti, non interessa solo alla Cina.



Non solo Marocco, però, per Pechino: il presidente dell’Algeria Abdelmadjid Tebboune ha annunciato che dalla Cina arriveranno 36 miliardi di dollari in investimenti, distribuiti dall’industria tradizionale alle nuove tecnologie. Il pacchetto di investimenti includeranno anche anche una maxi-fabbrica di batterie a ioni di litio. È normale che “la Cina veda l’area sia come un trampolino verso il Mediterraneo che un anello di congiunzione con il Medio Oriente, dove è sempre più attiva” ha spiegato al Sole 24 Ore Alessandra Colarizi, sinologa e direttrice della testata China Files. Non mancano però le incognite: dalle differenze legislative a un approccio differente negli affari, anche se gli obiettivi comuni sono chiari a entrambi.