La Cina, dopo quasi un mese di viaggio, ha raggiunto nuovamente la Luna nella nottata tra sabato e domenica con l’allunaggio della sonda Chang’e 6 che nei prossimi giorni completerà la sua breve missione prima di rientrare – carica di nuovi materiali da analizzare e studiare – sulla Terra: il tutto dovrebbe durare in totale (inclusi i due viaggi) 53 giorni, ma è probabile un lieve ritardo dato che da programma l’atterraggio era previsto cinque giorni fa. Per la Cina non si tratta di un record in senso stretto, dato che in realtà è la sesta volta che raggiunge la Luna – la prima fu nel 2007, con un notevole ritardo rispetto agli Stati Uniti e alla Russia, grazie alla sonda Chang’e 1 -, ma al contempo è anche la prima nazione ad atterrare nel punto nel cosiddetto ‘lato oscuro’ invisibile dalla Terra.



L’allunaggio non sembra aver dato problemi di nessuna sorta e dopo il distacco dal modulo principale (che ora attende la sonda in orbita) la navicella ha individuato automaticamente il punto migliore per posarsi e alle ore 00:23 italiane grazie al satellite della Cina Queqiao 2 alla stazione di comando terreste è arrivata la conferma di arrivo sulla Luna. Tra due giorni, poi, il modulo di risalita la recupererà per riportarla sul razzo diretto nuovamente sulla Terra con l’arrivo previsto non prima di fine mese.



Perché la Cina ha lanciato la missione sulla Luna: cosa nasconde il cratere Apollo

Le aspettative – sia da parte della Cina che delle altre missioni spaziali internazionali – sono altissime perché il materiale che la sonda dovrebbe raccogliere sul lato oscuro della Luna non è mai stato osservato o studiato da nessuno; mentre un successo aprirebbe le porte alle prossime tre missioni lunari cinesi, le prima due con altre sonde robotiche tra il 2026 e il 2028, mentre la terza nel 2030 con l’arrivo sulla Luna del primo equipaggio inviato dalla Cina e sul quale – per ora – non si conosce alcun tipo di dettaglio.



L’aspetto più interessante della missione è la possibilità di studiare per la prima volta le rocce che compongono l’enorme – parliamo di un diametro di 2.500 chilometri – cratere meteoritico rinomato ‘Apollo‘ e localizzato nel bacino Polo Sud-Aitken: tra le aree più antiche del suolo della Luna, potrebbe contenere informazioni importanti sugli eventi geologici che hanno ‘creato’ il nostro satellite coperto (almeno nella sua parte visibile) da diverse colate laviche risalenti a più di 4 miliardi di anni fa.