La Cina negli ultimi giorni ha compiuto un altro passo verso quella che internamente è definita “unità nazionale”, ma che dall’esterno è vista come una vera e propria distopia sulla falsariga del celebre 1984 orwelliano, con l’introduzione di una legge per “unificare i pensieri” della nazione. Un fatto, peraltro, non certamente nuovo, dopo che due anni fa si modificarono i programmi scolastici per introdurre una materia, Il pensiero di Xi Jinping.



Dopo aver colpito gli studenti, però, ora tocca al resto della nazione e arriviamo, così, al primo gennaio con l’introduzione della legge per “unificare i pensieri”. Tecnicamente chiamata legge sull’istruzione patriottica, mira a rafforzare “l’unità nazionale” al fine di “raccogliere la forza del popolo attorno alla grande causa della costruzione di un Paese forte e del ringiovanimento nazionale”. Regolamento, quello per “unificare i pensieri” della Cina, che non dovrà essere rispettato solo dagli studenti, ma anche da tutti i professionisti che “devono essere educati a professare sentimenti e comportamenti patriottici che portino gloria al Paese”.



Lo scopo (reale) della legge per “unificare i pensieri” in Cina

Oltre a puntare ad “unificare i pensieri”, la nuova legge della Cina mirerà anche a combattere il cosiddetto “nichilismo storico“. Con questo termine si intende, in generale, tutto ciò che il Partito considerato difforme, deviante ed eretico per la sua stessa tenuta e che includerà anche qualsiasi insulto “agli eroi e ai martiri” della nazione, oltre che qualsiasi racconto distorto sui fatti storici (vedesi voce: Proteste di piazza Tienanmen).

Lo scopo che la Cina vuole perseguire con la legge per “unificare i pensieri” della nazione, insomma, è quello di rinnovare quello spirito patriottico che fa (storicamente) tanto comodo ai regimi autoritari. Tuttavia, secondo Dylan Loh della Nanyang Technological University, interpellato dallo Straits Times e citato da Avvenire, nasconde anche un secondo fine, che è quello di riconquistare, o plasmare, tutti quei giovani disaffezionati alla Cina. Per il Partito e Xi Jinping, spiega, “è inaccettabile che ci si allontani dalla sua agiografia e dalla sua ideologia. È decisamente sempre più un problema il fatto che la gente sia distante e che si prefigga, in alcuni casi, solo l’obiettivo di fare più soldi. Questa indifferenza è pericolosa per la legittimità e la longevità del partito“.