La politica “zero Covid” della Cina non solo è «demenziale», ma non riguarda neppure la salute: «Si tratta di potere e sorveglianza di massa». A parlarne è Ian Williams, ex corrispondente di Channel 4 Asia e autore del libro “The Fire Of The Dragon: China’s New Cold War”. Sul Daily Mail ha analizzato cosa c’è dietro la strategia cinese che ha dato vita ad un «nuovo ciclo di follia». Il riferimento è, ad esempio, a quanto accaduto ad agosto in un negozio Ikea di Shanghai, dopo che un caso Covid era stato rintracciato nel negozio.
Un’orda di acquirenti terrorizzati si è data alla fuga, scontrandosi con una squadra di guardie in uniforme, nel disperato tentativo di scappare dall’edificio in cui poi sono stati rinchiusi. Una scena da film dell’orrore o da attacco terroristico, invece è quanto accaduto dopo che l’impianto audio del negozio ha diffuso un messaggio audio in cui annunciava che il negozio chiudeva e che la polizia stava arrivando per mettere in quarantena tutti i presenti. I video finiti sui social mostrano tutto il caos: acquirenti che abbandonavano i carrelli per precipitarsi verso le uscite, mentre la folla lottava contro il personale di sicurezza che provava ad isolare l’edificio.
“ZERO COVID? ORA QUESTIONE DI POLITICA E POTERE”
Lo scorso weekend Li Qiang, capo del Partito comunista di Shanghai, è stato premiato per il suo fanatismo zero Covid. Infatti, al Congresso del Pcc a Pechino è stato promosso dal leader Xi Jinping a suo secondo in comando, oltre che membro permanente del partito. Ha definito la sua battaglia per eliminare il virus una «guerra di popolo», nonostante gli enormi costi economici e sociali per perseguire un obiettivo che pochissimi esperti ritengono raggiungibile. «È chiaro che l’azzeramento del Covid è ora principalmente una questione di politica, potere e sorveglianza di massa, non di salute. La sua rigida applicazione è diventata un indicatore di fedeltà al presidente. Sconfiggere il virus è diventato centrale per il culto di Xi, per il quale è una misura della superiorità del Partito Comunista Cinese sull’Occidente», scrive Ian Williams sulle colonne del Daily Mail. La Cina, di fatto, è sola in questo tentativo di eliminare il Covid, mentre il resto del mondo sta imparando a conviverci.
“COME VIVERE IN UNA PRIGIONE…”
Inoltre, molti cittadini sospettano che il Covid sia una “scusa” per sorvegliare i cittadini. Infatti, devono avere sul cellulare un’applicazione medica obbligatoria, che contiene tutti i dati personali e sanitari, che traccia movimenti e interazioni. «Siamo fermati e i nostri telefoni vengono scannerizzati ovunque si vada. È come vivere in una prigione. La sorveglianza non riguarda più solo la salute. Dicono che serve a controllare la Covid, ma la usano per spiare le persone. Questo è 1984», ha raccontato un uomo al giornalista e scrittore. Il riferimento è al romanzo distopico di George Orwell. Questa strategia però potrebbe ritorcersi a livello economico: le aziende straniere stanno rivedendo le loro catene di approvvigionamento, allontanandosi dalla Cina. Ad esempio, Apple sta spostando parte della produzione del suo ultimo iPhone in India. «Dice di voler eliminare definitivamente Covid. Invece, sta fomentando la rabbia e uccidendo la fiducia, le aspirazioni e la speranza nel futuro del suo Paese», ha concluso Ian Williams sul Daily Mail.